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Thomas S. Kuhn - Struttura delle Rivoluzioni Scientifiche (it) - Lettura | 16v


1. La Trasformazione della Storiografia Scientifica

Didascalia: Un'analisi del mutamento radicale nel modo in cui la storia della scienza viene concepita e studiata.

Il testo esamina la trasformazione in atto nella storiografia scientifica, evidenziando come gli storici si stiano allontanando da un approccio basato sull'accumulo di scoperte e invenzioni. "Alcuni di loro sospettano in mistura sempre maggiore che, semplicemente, è sbagliato fare domande di questo genere". Questo nuovo approccio si concentra sulla comprensione del contesto storico e culturale in cui le teorie scientifiche si sono sviluppate, riconoscendo che anche le credenze "fuori moda" possono essere il risultato di metodi scientifici. "Se queste credenze fuori moda si devono chiamare miti, allora i miti possono essere prodotti dallo stesso genere di metodi e sostenuti per lo stesso genere di ragioni che oggi guidano la ricerca scienti fica".

La ricerca storica rivela che la scienza non si sviluppa in modo lineare, ma attraverso un processo complesso di interazione tra diverse concezioni e gruppi di ricerca. "La ricerca storica stessa, che mette in luce le difficoltà derivanti dall'isolare singole invenzioni e scoperte, fa nascere profondi dubbi circa il processo cumulativo per cui, si pensava, questi contributi particolari alla scienza si sarebbero aggiunti gli uni agli altri". Questo implica una revisione delle teorie scientifiche passate, riconoscendo che anche quelle considerate "errori" o "superstizioni" possono avere un valore scientifico. "Le teorie fuori moda non sono in linea di principio prive di valore scientifico per il fatto di essere state abbandonate".

La nuova storiografia scientifica si concentra sulla presentazione dell'integralità storica della scienza nel suo tempo, piuttosto che cercare contributi permanenti per il benessere attuale. "Essi, ad esempio, si pongono domande non circa un rapporto delle concezioni di Galileo con quelle della scienza moderna, ma piuttosto circa il rapporto tra le sue concezioni e quelle del suo gruppo, cioè dei suoi maestri, dei suoi contemporanei, e dei suoi successori immediati nel campo delle scienze". Questo approccio considera la scienza come un'attività complessa e dinamica, influenzata da fattori culturali e sociali. "La scienza, considerata attraverso i lavori che seguono tale impostazione, i quali trovano forse la loro migliore esemplificazione negli scritti di Alexandre Koyré, appare come un'attività completamente diversa da quella discussa dagli studiosi della vecchia tradizione storiografica".


La Natura della Luce e l'Evoluzione della Scienza

La presente analisi si concentra su un estratto che descrive l'evoluzione delle teorie sulla luce e, più ampiamente, il processo di sviluppo scientifico.

Sommario

Il testo esamina come, prima di Newton, la comprensione della luce fosse frammentata e caratterizzata da diverse scuole di pensiero, ciascuna con le proprie teorie e interpretazioni. "Nessun periodo situato tra la remota antichità e la fine del XVII secolo ha presentato un'unica concezione accettata da tutti circa la natura della luce". Queste scuole, pur contribuendo al corpo di conoscenze, mancavano di un quadro unificato, portando a un'attività scientifica caratterizzata da ricostruzioni indipendenti e una relativa libertà nella scelta di osservazioni e esperimenti. "Nel fare ciò, la sua scelta delle osservazioni e degli esperimenti favorevoli era relativamente libera, giacché non v'era nessun insieme stabilito di metodi o di fenomeni che ogni studioso di ottica si sentisse costretto ad impiegare o a spiegare". Il testo paragona questa fase iniziale con lo sviluppo successivo dell'ottica fisica dopo Newton e con l'evoluzione di altre scienze, come lo studio dell'elettricità, evidenziando come la ricerca scientifica si sviluppi attraverso fasi di competizione di teorie e la graduale acquisizione di paradigmi condivisi. "Soltanto in seguito all'opera di Franklin e dei suoi successori immediati venne fuori una teoria che poteva spiegare con eguale facilità quasi tutti questi effetti e che perciò poteva fornire, e fornì, ad una successiva generazione di «elettricisti» un paradigma comune per le loro ricerche". Infine, si sottolinea come la storia dimostri che il cammino verso un consenso duraturo nella ricerca scientifica sia complesso e che l'assenza di un paradigma possa portare a una raccolta di fatti casuale e frammentata. "In assenza di un paradigma o di un qualcosa che possa aspirare a diventare tale, può succedere che tutti i fatti che in qualche modo possono interessare lo sviluppo di una data scienza sembrino egualmente rilevanti".


Titolo: La Ricerca della Precisione nella Scienza Normale

Didascalia:

Un'analisi dettagliata delle attività sperimentali e teoriche che caratterizzano la scienza normale, evidenziando l'importanza della precisione e dell'accordo con i fatti osservati.

Sommario:

La scienza normale, guidata da un paradigma, si concentra sulla determinazione precisa dei fatti e sull'articolazione della teoria. Questo processo include la rideterminazione di fatti precedentemente noti, come la posizione delle stelle e la gravità specifica, attraverso l'uso di apparati specializzati, come evidenziato da “l'invenzione, la costruzione, e l'impiego di simili apparati ha richiesto talenti di prim'ordine, molto tempo, e considerevole sostegno finanziario”. La scienza normale si impegna anche a confrontare le previsioni teoriche con i risultati sperimentali, un compito che richiede approssimazioni e un'attenta progettazione degli esperimenti, come dimostrato dall'esempio della macchina di Atwood, “per dare la prima dimostrazione inequivocabile della seconda legge di Newton”.

Un aspetto cruciale è l'articolazione del paradigma, che può comportare la determinazione di costanti universali e la formulazione di leggi quantitative. Questo processo spesso richiede esperimenti progettati per risolvere ambiguità e convalidare le previsioni teoriche, come “la legge di Boyle che stabilisce una relazione tra la pressione di un gas ed il suo volume”. La ricerca della precisione e dell'accordo con la natura è una sfida costante, che richiede ingegno e innovazione, come si evince dalla necessità di “progettare complicati apparati specializzati”. Infine, la scienza normale si impegna anche a risolvere problemi teorici e a sviluppare applicazioni del paradigma, come “la compilazione delle efemeridi astronomiche, il computo delle caratteristiche delle lenti”.


4. Il Fascino dei Rompicapi nella Scienza Normale

La ricerca scientifica, in particolare quella definita come "ricerca normale", è spesso caratterizzata da un'apparente ripetizione di attività già svolte, ma ciò non la rende meno significativa. "I dati che si ottengono calcolando efemeridi o facendo ulteriori misurazioni con uno strumento esistente sono spesso altrettanto significativi" (545). La chiave per comprendere l'attrattiva di questo tipo di ricerca risiede nel fatto che, anche se il risultato finale può essere prevedibile, il percorso per raggiungerlo rimane incerto e pieno di sfide. "Sebbene il suo risultato finale possa essere anticipato, spesso in modo tanto particolareggiato che ciò che resta da conoscere è in se stesso privo di interesse, la via da seguire per ottenere quel risultato rimane ancora sconosciuta" (547).

La risoluzione di questi problemi, che vengono definiti "rompicapi", richiede un'abilità nel risolvere intricati problemi strumentali, concettuali e matematici. "Portare un problema della ricerca normale alla sua conclusione equivale ad ottenere ciò che si è anticipato in un modo nuovo, e ciò richiede la soluzione di tutta una serie di complessi rompicapi strumentali, concettuali e matematici" (548). La capacità di risolvere questi rompicapi è una parte essenziale della motivazione degli scienziati, che si vedono come esperti solutori di problemi. "Colui che riesce nell'impresa si dimostra un esperto solutore di rompicapi, e la sfida del rompicapo è una parte importante delle ragioni che di solito lo spingono avanti" (549).

Didascalia:

Il ruolo dei rompicapi nella ricerca scientifica e le motivazioni che spingono gli scienziati a perseguire la conoscenza.

Sommario:


5. Analisi e Sintesi di un Blocco di Testo

Didascalia: Il rapporto tra regole, paradigmi e scienza normale

Il testo analizza la relazione tra regole, paradigmi e scienza normale, evidenziando come i paradigmi siano fondamentali per guidare la ricerca scientifica.

Sommario:

Il testo esamina la natura della scienza normale, paragonandola alla risoluzione di rompicapo, e sottolinea come i paradigmi siano fondamentali per guidare la ricerca scientifica. Come afferma il testo, "una discussione di rompicapo e di regole illumina la natura della pratica di una scienza normale". Il testo evidenzia come le regole derivino dai paradigmi, ma i paradigmi possono guidare la ricerca anche in assenza di regole. Il testo sottolinea la difficoltà di scoprire le regole che hanno guidato le particolari tradizioni della scienza normale, suggerendo che i paradigmi siano anteriori e più vincolanti delle regole. Il testo evidenzia come la ricerca di regole possa essere fonte di frustrazione e come la coerenza della tradizione di ricerca possa dipendere più dai paradigmi che da un insieme completo di regole. Il testo conclude che i paradigmi possono guidare la ricerca anche senza un insieme completo di regole, e che l'educazione scientifica avviene attraverso l'applicazione di concetti e teorie, piuttosto che attraverso la semplice memorizzazione di regole.


6. La scoperta dell'ossigeno: un'analisi complessa

La priorità e la datazione della scoperta dell'ossigeno sono questioni complesse e arbitrarie.

La ricerca di una risposta a chi abbia scoperto l'ossigeno e quando, rivela la difficoltà di definire un momento preciso nella scoperta scientifica, poiché "la scoperta non è un processo su cui si possa porre una domanda di questo tipo" ("La scoperta non è un processo su cui si possa porre una domanda di questo tipo").

I contributi di Priestley e Lavoisier

C. W. Scheele, Joseph Priestley e Lavoisier sono stati i primi a pretendere di aver scoperto l'ossigeno, ma le loro scoperte sono state influenzate dal contesto scientifico dell'epoca. Priestley, con la sua priorità nell'isolamento di un gas che poi fu riconosciuto come ossigeno, e Lavoisier, che inizialmente identificò il gas come "l'aria stessa", hanno entrambi contribuito alla comprensione della sostanza.

Il ruolo del paradigma e delle aspettative

La scoperta dell'ossigeno è stata influenzata dalle aspettative e dai paradigmi scientifici dell'epoca, come dimostrato dalla difficoltà di accettare l'ossigeno come elemento distinto. "Il fatto che una simile domanda sia stata posta — la priorità della scoperta dell'ossigeno è stata ripetutamente contestata dal 1780 in poi — è sintomo di una distorsione dell'immagine della scienza, che presta alla scoperta un ruolo così fondamentale" ("Il fatto che una simile domanda sia stata posta — la priorità della scoperta dell'ossigeno è stata ripetutamente contestata dal 1780 in poi — è sintomo di una distorsione dell'immagine della scienza, che presta alla scoperta un ruolo così fondamentale").

La scoperta come processo e assimilazione

La scoperta scientifica è un processo complesso che richiede la comprensione sia della natura del fenomeno che della sua assimilazione alla teoria esistente. "La scoperta non è un processo su cui si possa porre una domanda di questo tipo" ("La scoperta non è un processo su cui si possa porre una domanda di questo tipo").

L'importanza di nuovi paradigmi e strumenti

L'adozione di nuovi paradigmi e strumenti può portare a scoperte inaspettate, ma anche a una revisione delle conoscenze precedenti. "La scoperta dell'ossigeno non fu di per se stessa la causa del mutamento avvenuto nella teoria chimica" ("La scoperta dell'ossigeno non fu di per se stessa la causa del mutamento avvenuto nella teoria chimica").

La necessità di un nuovo vocabolario e concetti

Per comprendere appieno eventi come la scoperta dell'ossigeno, è necessario un nuovo vocabolario e nuovi concetti che vadano oltre la semplice attribuzione di un momento preciso alla scoperta. "È questa la ragione per la quale ci siamo convinti tanto facilmente che scoprire, come vedere o toccare, dovrebbe poter essere inequivocabilmente attribuito a un individuo e a un particolare momento del tempo" ("È questa la ragione per la quale ci siamo convinti tanto facilmente che scoprire, come vedere o toccare, dovrebbe poter essere inequivocabilmente attribuito a un individuo e a un particolare momento del tempo").


7. Analisi di un Esperimento Psicologico sulla Percezione

Didascalia:

Un esperimento psicologico rivela come la mente umana percepisce e interpreta le informazioni, evidenziando la resistenza al cambiamento e il processo di scoperta scientifica.

Sommario:

L'esperimento psicologico descritto presenta una serie di carte, alcune normali e altre anomale, a dei soggetti per studiarne la percezione. Inizialmente, i soggetti identificano correttamente le carte normali, ma tendono a identificare erroneamente le carte anomale, integrando queste ultime nelle loro categorie concettuali preesistenti. “Non si potrebbe neppure dire che i soggetti avevano visto qualcosa di diverso da quello che identificavano”, suggerendo una tendenza a interpretare le informazioni in base alle aspettative.

Quando il tempo di esposizione aumenta, i soggetti iniziano a mostrare esitazione e consapevolezza dell'anomalia, spesso esprimendo frustrazione e confusione. “Uno di essi esclamò: «Non riesco a decifrare il seme, qualunque sia», riflettendo la difficoltà di adattare le categorie concettuali esistenti a nuove informazioni. Questo processo di riadattamento delle categorie concettuali culmina nella corretta identificazione delle carte anomale, segnando il completamento della scoperta.

L'esperimento fornisce un modello semplificato del processo di scoperta scientifica, in cui la novità emerge con difficoltà a causa della resistenza al cambiamento e delle aspettative preesistenti. “Nella scienza, come nell'esperimento delle carte da gioco, la novità emerge soltanto con difficoltà, che si manifesta attraverso la resistenza, in contrasto con un sottofondo costituito dalla aspettazione”. Questo modello evidenzia come la scienza normale, pur tendendo a sopprimere le novità, sia fondamentale per la loro nascita.


8. La Crisi della Teoria del Flogisto

Una descrizione del periodo di transizione nella chimica, caratterizzato da una proliferazione di teorie e difficoltà nell'applicare la teoria del flogisto.

Sommario

Il blocco di frasi descrive un periodo di crisi nella chimica, innescato da risultati sperimentali che contraddicevano la teoria del flogisto. La proliferazione di versioni diverse della teoria, come evidenziato da “Una tale proliferazione di versioni diverse di una teoria di solito è sintomo di crisi”, e la difficoltà di applicarla in modo coerente, come si evince da “Sebbene nessuno di quei chimici avesse suggerito l'idea che la teoria andava cambiata, essi si dimostrarono incapaci di applicarla in modo coerente”, hanno portato a un aumento di studi specifici sull'argomento.

L'aumento di peso dei metalli durante la combustione, inizialmente considerato un fenomeno isolato, ha sollevato interrogativi sulla teoria del flogisto. “Se le reazioni chimiche potevano alterare il volume, il colore, e la struttura dei reagenti, perché non avrebbero potuto alterare anche il peso?” La crescente importanza della bilancia e lo sviluppo della chimica dei gas hanno contribuito a rendere più evidente questo problema.

Nonostante le difficoltà, la teoria del flogisto è stata adattata in vari modi, come suggerito da “Forse il flogisto aveva un peso negativo, o forse particelle di fuoco, o qualcos'altro, entravano nel corpo bruciato quando il flogisto lo abbandonava”. Tuttavia, la crisi ha portato a una perdita di fiducia nella possibilità di una formulazione unica della teoria, e la ricerca ha iniziato a somigliare a quella condotta in un periodo pre-paradigmatico, come si evince da “La ricerca guidata da esso assomigliava in misura sempre maggiore a quella condotta sotto l'insegna di scuole opposte nel periodo pre-paradigmatico: questo era un altro effetto tipico della crisi”.


9. L'Evoluzione delle Teorie sull'Etere e il Movimento: Un'Analisi Storica

La Crisi dell'Etere e la Teoria di Maxwell

Il testo descrive l'evoluzione delle teorie sull'etere e il movimento, evidenziando come le idee iniziali siano state resuscitate e come la teoria di Maxwell abbia generato una crisi nel paradigma scientifico esistente. "Di conseguenza, le loro idee morirono con loro all'inizio del XVIII secolo, per essere resuscitate soltanto alla fine del XIX secolo" (1035). La teoria di Maxwell, pur derivando da una base newtoniana, ha prodotto una crisi per il paradigma dal quale era derivata, "così la teoria di Maxwell, nonostante la sua origine newtoniana, finì col produrre una crisi per il paradigma dal quale era derivata" (1052).

Tentativi Falliti e la Teoria della Relatività

Il testo sottolinea i numerosi tentativi falliti di risolvere i problemi legati al movimento attraverso l'etere e l'incorporazione del trascinamento dell'etere nella teoria di Maxwell. "I tentativi sperimentali furono uniformemente accompagnati da insuccesso" (1057). Questi tentativi hanno portato a una proliferazione di teorie contrastanti, culminando con l'emergere della teoria della relatività speciale di Einstein nel 1905. "È su questo sfondo storico che la teoria della relatività speciale di Einstein emerse nel 1905" (1059).

Sommario

Il testo analizza l'evoluzione delle teorie sull'etere e il movimento, evidenziando come le idee iniziali siano state resuscitate e come la teoria di Maxwell abbia generato una crisi nel paradigma scientifico esistente. "In ciascun caso una nuova teoria emerse soltanto dopo un clamoroso fallimento dell'attività volta a risolvere problemi nell'ambito della scienza normale" (1061). Il testo sottolinea i numerosi tentativi falliti di risolvere i problemi legati al movimento attraverso l'etere e l'incorporazione del trascinamento dell'etere nella teoria di Maxwell, culminando con l'emergere della teoria della relatività speciale di Einstein nel 1905. "La nuova teoria si presenta come una risposta diretta alla crisi" (1063).


10. Analisi di Contro-Fatti e Paradigmi Scientifici

La presente analisi esamina la natura dei contro-fatti e il loro impatto sulla scienza, come delineato in una serie di affermazioni. Si concentra sulla relazione tra contro-fatti, crisi scientifiche e paradigmi, evidenziando come questi elementi interagiscano e influenzino il progresso della conoscenza.

Didascalia

Analisi del ruolo dei contro-fatti e delle crisi scientifiche nel contesto dell'evoluzione dei paradigmi, con particolare attenzione alla difficoltà di abbandonare i modelli consolidati e alle conseguenze per gli scienziati.

Sommario

L'analisi inizia con l'affermazione che i contro-fatti, “erano cioè esse stesse controfatti di una teoria epistemologica prevalente” (1100), non possono direttamente invalidare una teoria filosofica, ma possono innescare una crisi. Questa crisi, tuttavia, viene mitigata attraverso modifiche ad hoc alla teoria, come evidenziato da “Essi escogiteranno numerose articolazioni e modificazioni ad hoc della loro teoria allo scopo di eliminare ogni conflitto manifesto” (1103).

L'analisi prosegue esaminando come le anomalie possano apparire come tautologie all'interno di nuovi paradigmi, come dimostrato da “Viste dall'interno di una nuova teoria della conoscenza scientifica, sembreranno piuttosto delle tautologie” (1107). Questo processo è illustrato da esempi storici, come la seconda legge di Newton, che “per coloro che hanno accettato la teoria di Newton si presenta molto simile ad un'asserzione puramente logica” (1108).

Il testo sottolinea la difficoltà di abbandonare i paradigmi, anche di fronte a contro-fatti, come affermato in “Essi non potrebbero far ciò e insieme continuare ad essere scienziati” (1111). Questo può portare ad un abbandono della scienza, come suggerito da “alcuni sono stati senza dubbio spinti ad abbandonare la scienza a causa della loro incapacità di tollerare una crisi” (1112).

L'analisi conclude con l'affermazione che “non si può parlare di ricerca senza controfatti” (1119), sottolineando come la scienza normale e la scienza in crisi siano interconnesse e come la ricerca di soluzioni a rompicapo possa portare alla scoperta di contro-fatti. Questo processo è esemplificato da figure come Copernico, Lavoisier ed Einstein, che “considerò come controfatti quelli che la maggior parte degli altri successori di Tolomeo avevano considerato come rompicapo” (1125).


11. L'Evoluzione dei Paradigmi Scientifici e il Mutamento dei Criteri

La didascalia del testo è l'analisi dell'evoluzione dei paradigmi scientifici e dei criteri che li governano, con particolare attenzione al ruolo della concezione meccanico-corpuscolare e alle sue conseguenze.

Sommario

Il testo esamina come l'adozione di un nuovo paradigma scientifico, come la concezione meccanico-corpuscolare nel XVII secolo, possa portare a un mutamento dei criteri e dei problemi considerati legittimi. "Nondimeno, la nuova spiegazione meccanico-corpuscolare accettata nel XVII secolo si dimostrò immensamente fecondo per molte scienze" (1471). Questo processo è illustrato attraverso esempi come la dinamica, dove le leggi di Newton reinterpretano osservazioni note in termini di movimenti e interazioni di corpuscoli, "più che un prodotto di nuovi esperimenti, sono un tentativo di reinterpretare osservazioni note in termini di movimenti e di interazioni di corpuscoli neutri primitivi" (1472).

La ricerca di una spiegazione meccanica della gravità, inizialmente guidata dal paradigma corpuscolare, "la gravità, intesa come una attrazione innata tra ogni coppia di particelle di materia, era una qualità occulta" (1482), si rivelò complessa e portò a un ritorno a modelli precedenti, "un genuino ritorno (che non significa regressione) a un modello scolastico" (1488). L'accettazione di forze innate, come l'attrazione e la repulsione, ampliò i criteri scientifici, "attrazione e ripulsione innate si aggiunsero alla dimensione, alla forma, alla posizione e al movimento nel costituire le proprietà primarie" (1489).

L'analisi si estende all'elettricità, dove la nuova concezione degli effetti induttivi, "la nuova concezione degli effetti induttivi, a sua volta, rese possibile l'analisi che Franklin fece della bottiglia di Leyda" (1493), portò a un nuovo paradigma newtoniano. Questo processo di cambiamento dei criteri e dei problemi, "il mutamento dei criteri che governano i problemi, i concetti e le spiegazioni ammissibili può trasformare una scienza" (1500), ha implicazioni profonde per la comprensione della scienza e del suo impatto sul mondo, "nel capitolo successivo mostrerò in che senso si può dire che esso può persino trasformare il mondo" (1501).


12. Trasformazioni della Percezione nello Scienziato

Didascalia:

Un'analisi delle trasformazioni percettive che influenzano la visione dello scienziato, con particolare attenzione all'influenza di paradigmi e esperienze pregresse.

Sommario:

Il testo esplora come la percezione dello scienziato sia influenzata da trasformazioni che possono portare a una nuova comprensione del mondo. "Nei limiti in cui i loro rapporti con quel mondo hanno luogo attraverso ciò che essi vedono e fanno, possiamo dire che, dopo una rivoluzione, gli scienziati reagiscono a un mondo differente". Queste trasformazioni, come l'osservazione di un'anatra che appare come un coniglio, sono spesso irreversibili e influenzate dall'educazione scientifica e dalla tradizione. "Perciò, in periodi di rivoluzione, quando la tradizione della scienza normale muta, la percezione che lo scienziato ha del suo ambiente deve venire rieducata". L'esperimento delle lenti invertenti illustra come l'adattamento a un nuovo ambiente possa portare a una trasformazione rivoluzionaria nella visione. "Sia letteralmente che metaforicamente, l'uomo che si è abituato alle lenti invertenti ha subito una trasformazione rivoluzionaria nella sua visione". L'assimilazione di una nuova percezione può influenzare il campo visivo stesso, come dimostrato dall'esperimento delle carte da gioco anomale. "La assimilazione di un campo visivo che precedentemente risultava anomalo ha reagito sul campo stesso e lo ha mutato". La comprensione della percezione scientifica richiede un paradigma, e ciò che uno vede dipende dalla sua esperienza precedente. "Ciò che uno vede dipende sia da ciò a cui guarda, sia anche da ciò che la sua precedente esperienza visivo-concettuale gli ha insegnato a vedere". La storia della scienza può rivelare mutamenti percettivi, anche se la testimonianza diretta è rara e si devono ricercare prove indirette e comportamentistiche. "Dobbiamo piuttosto andare alla ricerca di prove indirette e comportamentistiche del fatto che lo scienziato dotato di un nuovo paradigma vede in maniera diversa da quella in cui aveva visto prima".


13. Galileo e il Pendolo: Un Cambiamento di Paradigma

L'evoluzione della percezione scientifica attraverso l'analisi del pendolo, evidenziando come i mutamenti di paradigma influenzino la visione e l'interpretazione dei fenomeni naturali.

Sommario

Il testo analizza come la concezione di Galileo sul pendolo sia stata influenzata da un mutamento di paradigma avvenuto nel Medioevo, in particolare dalla teoria dell'impeto. "Quando Galileo notò che il periodo del pendolo era indipendente dall'ampiezza per ampiezze di 90°," il suo approccio rivela una regolarità che oggi non è così evidente. Si sottolinea come figure come Giovanni Buridano e Nicola di Oresme abbiano anticipato alcuni aspetti della comprensione galileiana, "Buridano descrive il movimento di una corda vibrante come un tipo di movimento in cui l'impeto viene impresso nel momento in cui la corda è pizzicata" e "Oresme abbozzò una analisi dello stesso tipo a proposito di una pietra oscillante" Questo suggerisce che il passaggio da un paradigma aristotelico a uno scolastico ha permesso una nuova visione dei fenomeni naturali.

Il testo esplora la questione se gli scienziati, pur osservando gli stessi oggetti, percepiscano effettivamente realtà differenti a causa di questi cambiamenti di paradigma. "Videro costoro realmente cose differenti quando guardarono oggetti dello stesso genere?" Si evidenzia come la visione tradizionale, che attribuisce i cambiamenti di paradigma a una diversa interpretazione delle osservazioni, sia in realtà parte di un paradigma filosofico più ampio, come quello cartesiano. "Piuttosto essa è parte essenziale di un paradigma filosofico avanzato da Descartes e sviluppato contemporaneamente alla dinamica newtoniana." Tuttavia, si riconosce che anche il successo di questo paradigma non può garantire una sua applicazione indefinita, e che le ricerche attuali in diverse discipline suggeriscono la necessità di un nuovo paradigma. "Le ricerche attuali in alcuni settori della filosofia, della psicologia, della linguistica e persino della storia dell'arte spingono tutte verso la conclusione secondo cui il paradigma tradizionale, per qualche ragione non funziona più."

Il testo conclude che i cambiamenti di paradigma non sono semplicemente reinterpretazioni di dati preesistenti, ma implicano una trasformazione nella natura stessa dei dati raccolti. "Un pendolo non è una pietra che cade, né l'ossigeno è aria deflogistizzata." Questo suggerisce che lo scienziato, dopo una rivoluzione scientifica, opera in un mondo differente, anche se questa affermazione può risultare difficile da accettare. "Tuttavia sono convinto che dobbiamo imparare a dare un senso ad affermazioni che sono perlomeno simili a questa."


14. La Caduta delle Pietre e l'Evoluzione della Scienza

Didascalia:

L'analisi dei paradigmi scientifici e della loro influenza sulla percezione e l'interpretazione dei fenomeni naturali.

Il testo esamina come l'evoluzione dei paradigmi scientifici, in particolare nel contesto della caduta delle pietre, abbia influenzato la percezione e l'interpretazione dei fenomeni naturali. Si evidenzia come Aristotele vedesse la caduta delle pietre come un mutamento di stato, misurando la distanza totale coperta e il tempo trascorso, mentre i successivi paradigmi, come l'impeto e la latitudine delle forme, hanno portato a una concezione più complessa e a una sdoppiamento della nozione di velocità. "Considerato alla luce del loro paradigma, si trattava di un fenomeno straordinariamente complesso" (1741). Galileo, pur non essendo il primo a formulare il moto uniformemente accelerato, ha costruito il suo teorema e derivato le sue conseguenze prima di effettuare esperimenti, dimostrando come il paradigma influenzi l'osservazione e l'interpretazione dei fenomeni.

Il testo esplora l'evoluzione del concetto di velocità e la sua relazione con i paradigmi scientifici, evidenziando come la critica scolastica abbia introdotto concetti come l'impeto e la latitudine delle forme, che hanno portato a una concezione più complessa del movimento e alla sdoppiamento della nozione di velocità. "La critica scolastica però, in parte attraverso il paradigma dell'impeto, in parte attraverso una dottrina nota col nome di latitudine delle forme, mutò questo modo di concepire il movimento" (1747). Inoltre, si discute come i paradigmi influenzino le operazioni di laboratorio e le misurazioni, sottolineando come scienziati con paradigmi differenti si interessino a manipolazioni concrete di laboratorio diverse. "Di conseguenza, scienziati con paradigmi differenti si interessano di differenti manipolazioni concrete di laboratorio" (1772).

Il testo conclude sottolineando come l'esperienza immediata sia influenzata dai paradigmi e come la ricerca scientifica sia un processo continuo di interpretazione e revisione dei dati, evidenziando come l'evoluzione dei paradigmi scientifici abbia portato a una comprensione più profonda e complessa dei fenomeni naturali. "Ma tre secoli dopo Descartes, la nostra speranza in una simile eventualità dipende ancora esclusivamente da una teoria della percezione e della mente" (1776).


15. L'Evoluzione della Chimica: Mescolanze, Composti e il Paradigma di Dalton

La didascalia: Un'analisi dell'evoluzione del pensiero chimico, dalla distinzione tra mescolanze e composti all'impatto della teoria atomica di Dalton.

Il testo descrive l'evoluzione del pensiero chimico, concentrandosi sulla distinzione tra mescolanze e composti e sull'impatto della teoria atomica di Dalton. Inizialmente, i chimici del XVIII secolo distinguevano tra mescolanze fisiche e reazioni chimiche, basandosi su criteri come la presenza di calore, luce o effervescenza. Tuttavia, questa distinzione si rivelò inadeguata per i casi intermedi, come il sale nell'acqua, portando i chimici a considerare questi fenomeni come combinazioni chimiche. "Guidati dal loro paradigma, la maggior parte dei chimici consideravano tutti i fenomeni appartenenti a questo tipo intermedio come fenomeni chimici" (1835).

La teoria dell'affinità, "La stessa teoria dell'affinità era ben affermata" (1838), spiegava l'omogeneità delle soluzioni, ma non riusciva a spiegare la stratificazione dell'atmosfera, un problema che Dalton affrontò con la sua teoria atomica. L'assimilazione della teoria atomica di Dalton creò un'anomalia, "L'assimilazione della teoria atomica da lui proposta finì col creare un'anomalia laddove prima non ve n'era stata nessuna" (1842), e portò a un cambiamento nel modo di concepire la chimica.

Il dibattito tra Proust e Berthollet, "Né l'esperimento né un cambiamento della definizione convenzionale potevano servire ai fini della questione in discussione" (1860), evidenziò le difficoltà nel distinguere mescolanze e composti, e la necessità di un nuovo paradigma. L'opera di Dalton, "Era invece un meteorologo che studiava quelli che per lui erano i problemi fisici dell'assorbimento di gas da parte dell'acqua e di acqua da parte dell'atmosfera" (1864), introdusse un nuovo approccio, considerando le mescolanze come processi fisici. Questo permise di risolvere problemi precedentemente insolubili e di generalizzare le ricerche di Richter, "Essolo suggerì nuovi esperimenti, in particolare quelli di Gay-Lussac sui volumi di gas che entravano in combinazione e questi svelarono ulteriori regolarità che i chimici non avrebbero potuto nemmeno immaginare prima d'allora" (1881).

L'accettazione del paradigma di Dalton portò a un cambiamento radicale nel modo di praticare la chimica, "Come conseguenza, i chimici vennero a vivere in un mondo nel quale le reazioni si comportavano in maniera abbastanza differente da come si comportavano prima" (1883), e a una revisione dei dati sperimentali, "Quando fu ultimato, persino la composizione percentuale dei composti più noti era differente" (1893).


16. Analisi di un Corpus di Testi Scientifici

Didascalia

Esame di un insieme di testi che trattano di scoperte e teorie scientifiche, con particolare attenzione alla percezione dell'incongruenza e all'evoluzione del pensiero scientifico.

Sommario

Il corpus di testi analizzati, che spazia dalla percezione dell'incongruenza alla teoria quantistica, evidenzia come il progresso scientifico sia spesso caratterizzato da momenti di disagio e revisione delle teorie esistenti. "Il mio collega Postman mi dice che, sebbene egli conoscesse in anticipo il materiale e il metodo di presentazione delle carte, trovava nondimeno profondamente disagevole guardare le carte anomale", sottolineando la difficoltà di accettare ciò che contraddice le aspettative. L'analisi dei contributi di figure come Newton, Galileo e Keplero, unitamente alla discussione del ruolo dell'astronomia nello sviluppo della meccanica, rivela come le scoperte scientifiche siano spesso influenzate da fattori culturali e filosofici. Inoltre, il corpus esplora il tema della velocità del suono e dello spostamento secolare del perielio di Mercurio, evidenziando come la comprensione di questi fenomeni abbia richiesto un ripensamento delle teorie esistenti. Infine, il testo analizzato affronta la questione della velocità del suono e dello spostamento secolare del perielio di Mercurio, sottolineando come la comprensione di questi fenomeni abbia richiesto un ripensamento delle teorie esistenti.