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Lavoisier - Traité élémentaire de chimie - Dettagli | 23x


1. Logica naturale della nomenclatura chimica

Principi di classificazione ispirati alla natura e difesa della riforma lessicale contro le denominazioni tradizionali.

Sommario

Il testo espone la distinzione tra nomi di classi e generi, che richiamano proprietà comuni a molti individui, e nomi di specie, che indicano proprietà particolari a pochi. "Le nom de classes & de genres est dans l'ordre naturel des idées, celui qui rappelle la propriété commune à un grand nombre d'individus: celui d'espèces au contraire, est celui qui ramène l'idée aux propriétés particulières à quelques individus." Tale distinzione deriva dalla natura, non solo dalla metafisica, come esemplificato dal processo cognitivo infantile: un bambino chiama "albero" il primo che vede, estendendo poi il termine a tutti gli alberi, per poi distinguere specie specifiche notando differenze in usi e frutti. Questa logica si applica a tutte le scienze, inclusa la chimica, dove gli acidi combinano un principio acidificante comune a tutti e un principio acidificabile proprio di ciascuno, fornendo basi per nomi generici e specifici.

Nelle sostanze metalliche ossidate, un principio comune porta al nome generico "ossido", differenziato dal metallo specifico; similmente, le sostanze combustibili fungono da principio comune in combinazioni come quelle sulfuree o con metalli, classificate con nomi generici e specifici. Per i composti ternari, come i sali neutri, si considerano il principio acidificante comune, l'acido proprio e la base salina, terrosa o metallica; i nomi derivano dall'acido per la classe e dalla base per la specie, con variazioni terminologiche per stati di proporzione diversi, permettendo di riconoscere immediatamente componenti e equilibri. "Enfin nous sommes arrivés au point que par le mot seul, on reconnoît sur le champ quelle est la substance combustible qui entre dans la combinaison dont il est question; si cette substance combustible est combinée avec le principe acidifiant, & dans quelle proportion."

La nomenclatura adotta termini nuovi, inizialmente percepiti come duri, ma preferibili a nomi tradizionali come "poudre d'algaroth" o "huile de vitriol", che sono oscuri, impropri e fuorvianti, evocando idee false su burri, oli o fiori nel regno minerale. Si difende la riforma contro accuse di alterare la lingua dei maestri, citando Bergman che esortava a non graziare denominazioni improprie: "ne faites grace à aucune dénomination impropre: ceux qui savent déjà entendront toujours; ceux qui ne savent pas encore, entendront plus tôt." L'assenza di storici e discussioni su opinioni precedenti mira a mantenere chiarezza e facilità in un trattato elementare, evitando ostacoli per i principianti.

La prima parte dell'opera presenta la dottrina adottata con prove e idee ordinate; la seconda offre tabelle di nomenclatura dei sali neutri con spiegazioni sommarie su procedimenti per acidi; la terza descrive operazioni chimiche moderne in otto capitoli analoghi, basati su esperienza propria, per diffondere pratiche sperimentali. Si conclude con citazioni da Condillac sull'errore passato di immaginare invece di osservare, accumulando supposizioni false in pregiudizi: «Au lieu d'observer les choses que nous voulions connoître, nous avons voulu les imaginer. De supposition fausse en supposition fausse, nous nous sommes égarés parmi une multitude d'erreurs.» Il rimedio è riprendere idee dalle origini, refacendo l'intelletto umano, metodo difficile ma necessario per nettezza e ordine nelle scienze.


Esperimenti sul Calorique e Formazione dei Gas 2

La vaporizzazione dell'etere e dell'alcol nel sangue e nelle condizioni atmosferiche.

L'autore descrive esperimenti per vaporizzare fluidi in stato aériforme a temperature vicine a quelle umane. Riempie un vaso con acqua a 35-36 gradi e immerge bottiglie invertite, poi introduce etere solforico in un matras recurvato. L'etere bolle e si trasforma in "fluide élastique aériforme", traducibile come fluido elastico aereo, riempiendo le bottiglie. Osserva che l'etere esiste quasi solo in stato gassoso sulla Terra a causa della pressione atmosferica; con meno pressione, come in montagna, non si liquefa in estate senza recipienti forti e raffreddamento. Il calore del sangue, simile al punto di ebollizione dell'etere, lo vaporizza nelle vie respiratorie, suggerendo effetti meccanici del farmaco. L'etere nitrico vaporizza meglio a temperature inferiori. Per l'alcol, che bolle a 156 gradi Réaumur, serve acqua quasi bollente, rendendo l'esperimento più difficile.

Con Laplace, conferma la vaporizzazione dell'acqua. Usano una jarra di mercurio invertita con acqua sopra, immersa in acqua salata bollente oltre 85 gradi. L'acqua a 80 gradi bolle, espandendosi in vapore che riempie la jarra, abbassando il mercurio; al ritiro, si condensa. Molte sostanze si trasformano in gas a temperature abituali: etere, alcol, acqua. Presto esamineranno acido marino, ammoniaca, acido carbonico, solforico, che restano gassosi in atmosfera. Formula un principio generale: quasi tutti i corpi esistono in stati solido, liquido, aériforme, a seconda del calorique combinato. Chiama questi fluidi "gaz", distinguendo calorique come dissolvente e base combinata. Le basi dei gas, poco note, saranno indicate nel Capitolo IV dopo fenomeni di riscaldamento-raffreddamento e costituzione atmosferica.

Le molecole dei corpi equilibrano attrazione e repulsione del calorique, che riempie gli intervalli tra molecole. Paragoni con palle e sabbia: molecole come palle, calorique come sabbia nei vuoti, ma molecole non si toccano, separate dal calorique. La capacità dei vuoti varia con forma, dimensione e distanza delle molecole, determinata da attrazione e repulsione calorica. Questo spiega la "capacité des corps pour contenir la matière de la chaleur", capacità per il calorique. Esempio con legni immersi in acqua: assorbono quantità diverse a seconda porosità e affinità, gonfiandosi; simile al calorique, ma elastico e comprimibile. Definisce termini: calorique libero non combinato, ma mai puro per adesione ambientale; calorique combinato legato da attrazione, parte della sostanza corporea.

Calorique specifico: quantità per elevare ugualmente la temperatura di corpi eguali. Dipende da distanza molecolare e aderenza, ovvero capacità calorica. Calore sensibile: effetto sensoriale da passaggio di calorique tra corpi. Sensatione da movimento: freddo quando calorique esce dalla mano, caldo quando entra; equilibrio termico, nessuna sensazione. Termometro misura spostamento calorico in sistema, non totale; per quantità esatta, metodo di Laplace con sfera di ghiaccio: fusione misura calorique dégagé. Con apparecchio, si conoscono rapporti capacità, calore latente per fusione/vaporizzazione, e per gas. Renderà conto in capitolo dedicato. Elasticità gas da quella del calorique, corpo eminentemente elastico. Elasticità: tendenza molecole a separarsi dopo forzato avvicinamento, anche a grandi distanze, come in vuoto di Boyle. Repulsione tra molecole caloriche spiega gas; alternativa, attrazione calorique che allarga molecole corporee come spugna in acqua, aumentando capacità senza repulsione, solo per pesi e affinità.


Composizione dell'aria atmosferica 3

L'analisi chimica dei fluidi elastici attraverso decomposizione e ricomposizione.

Il testo esamina la natura dei fluidi elastici che compongono l'atmosfera inferiore, focalizzandosi sull'aria come sostanza analizzata con precisione dalla chimica moderna. Si introducono i metodi di composizione e decomposizione per determinare i costituenti di un corpo: "La Chimie présente en général deux moyens pour déterminer la nature des parties constituantes d'un corps, la composition & la décomposition", tradotto come "La chimica presenta in generale due mezzi per determinare la natura delle parti costituenti di un corpo, la composizione e la decomposizione". Nell'esempio dell'acqua e dell'alcol che formano l'acquavite, si conclude che essa è un composto di alcol e acqua, confermabile sia per composizione che per decomposizione. Per l'aria atmosferica, si beneficia della possibilità di decomporla e ricomporla, riportando esperimenti conclusivi condotti o ripetuti dall'autore.

Si descrive l'esperimento di calcinazione del mercurio in un matras chiuso: quattro once di mercurio puro vengono riscaldate per dodici giorni in un volume iniziale di aria di circa 50 pollici cubici, riducendosi a 42-43 pollici cubici, con formazione di 45 grani di particelle rosse, la calce di mercurio. L'aria residua, ridotta a cinque sesti del volume originale, non sostiene più respirazione né combustione: "les animaux qu'on y introduisoit y périssoient en peu d'instans, & les lumières s'y éteignoient sur le champ", ovvero "gli animali che vi si introducevano vi perivano in pochi istanti, e le luci vi si estinguevano sul momento". Riscaldando la calce rossa, si ricavano 41,5 grani di mercurio e 7-8 pollici cubici di un fluide elastico altamente respirabile e combustibile, chiamato aria dephlogisticated da Priestley, aria empirea da Scheele, o aria eminente respirabile e poi aria vitale dall'autore.

Riflettendo sull'esperimento, il mercurio in calcinazione assorbe la base della parte respirabile dell'aria, lasciando una mofeta non respirabile; ricombinando i due fluidi (42 pollici cubici di mofeta e 8 di aria respirabile), si riforma aria atmosferica identica. Questo fornisce un mezzo semplice per separare i due principali fluidi elastici, sebbene non esatto per le proporzioni a causa dell'affinità limitata del mercurio. La proporzione è stimata in 27 parti di aria respirabile a 73 di non respirabile nei climi abitati. Durante la calcinazione, si libera calore e luce, ma non sensibili per la lentezza e il calore del forno; si menziona che la base dell'aria vitale non abbandona tutto il calorico.

Per rendere sensibile il dégagement di calore e luce, si passa alla combustione del ferro, più affine alla base respirabile. Si cita l'esperimento di Ingenhousz: un filo di ferro spirale con amadou acceso è immerso in aria privata della parte non respirabile, bruciando con éclat e producendo scintille e globuli neri. L'autore ripete l'esperimento in una campana su bagno di mercurio con aria pura respirabile: copeaux di ferro con amadou e fosforo bruciano completamente, liquefacendosi in globuli, assorbendo quasi tutto l'aria con iniziale dilatazione termica seguita da rapida diminuzione. Con 100 grani di ferro si ottengono 135-136 grani di ethiops marziale, aumento di 35 grani, corrispondente a 70 pollici cubici di aria assorbita a 0,5 grani per pollice cubico.

Si avvertono precauzioni: usare ferro dolce puro, quantità moderate (non oltre 1,5 gros per campana di otto pinte) per evitare rotture; misurare altezze del mercurio con diamante e sifone per pesare l'etihops. L'aria residua, se il ferro è puro e l'aria esente da mofeta, rimane pura; tracce di materia carbonacea nel ferro o mofeta iniziale non alterano il risultato. Si raccomanda di correggere volumi per temperatura (10 gradi) e pressione (28 pollici).

Per analizzare l'aria residua, si rimuove il ferro e si introducono sostanze come potassa caustica o solfuro di potassa; infine, si sposta la campana in apparato ad acqua per operazioni su scala maggiore. Si ribadiscono i due metodi per determinare i costituenti dell'aria: decomposizione via calcinazione del mercurio, che rimuove e restituisce la base respirabile riformando aria atmosferica; composizione da altri regni, come aria non respirabile da materie animali in acido nitrico (73 parti) più 27 parti di aria respirabile da calce di mercurio, producendo aria identica all'atmosfera. Altri mezzi di separazione sono rinviati a capitoli successivi per nozioni preliminari.

Note

Riferimenti a figure: planche II fig. 14, planche IV fig. 2, 3, 16, 17. Correzione volumetrica dettagliata alla fine dell'opera.


Formazione degli acidi per ossigenazione 4

Esperimenti sulla combustione di fosforo, zolfo e carbonio e principi di nomenclatura chimica.

Il testo descrive procedure sperimentali per misurare la combustione del fosforo in ossigeno puro, determinando pesi di fosforo bruciato, fiocchi bianchi ottenuti e gas ossigeno combinato. "Il est clair qu'à l'aide de ces différentes précautions, il m'a été facile de constater, 1o. le poids du phosphore brûlé; 2o. celui des flocons blancs obtenus par la combustion; 3o. le poids du gaz oxygène qui s'étoit combiné avec le phosphore." (È chiaro che, grazie a queste diverse precauzioni, mi è stato facile constatare, 1° il peso del fosforo bruciato; 2° quello dei fiocchi bianchi ottenuti dalla combustione; 3° il peso del gas ossigeno che si era combinato con il fosforo). I risultati indicano che il fosforo assorbe poco più di una volta e mezza il suo peso di ossigeno, producendo una sostanza il cui peso è la somma dei componenti. La combustione in aria atmosferica è più lenta e assorbe al massimo un quinto dell'aria, limitata dall'azoto. Il prodotto è una materia bianca floconneuse, solubile in acqua, acida e incombustibile.

La combustione del fosforo genera calore misurabile fondendo ghiaccio, con una libbra di fosforo che fonde poco più di 100 libbre di ghiaccio. Simili esperimenti sul zolfo e sul carbonio confermano l'assorbimento di ossigeno, formando acidi più pesanti e incombustibili. Per il carbonio, si richiedono 72 parti di ossigeno per 28 di carbonio, producendo acido carbonico gassoso, precedentemente chiamato "air fixe". "Cet acide aériforme a été nommé air fixe, ou air fixé par les premiers Chimistes qui l'ont découvert" (Questo acido aereo è stato nominato aria fissa, o aria fissata, dai primi chimici che lo hanno scoperto). Il calore dégagé da una libbra di carbonio fonde 96 libbre e 6 once di ghiaccio. L'ossigenazione converte combustibili in acidi, con l'ossigeno come principio acidificante e la base come radicale.

La nomenclatura degli acidi deriva dal radicale: acido phosphorique dal fosforo, sulfurique dallo zolfo, carbonique dal carbonio. Gli acidi presentano gradi di saturazione, con terminazioni diverse come -eux per il grado inferiore e -ique per quello superiore, ad esempio acide sulfureux e sulfurique. "Nous adopterons ce même changement de terminaison pour tous les acides qui présenteront plusieurs degrés de saturation" (Adotteremo questo stesso cambiamento di terminazione per tutti gli acidi che presenteranno diversi gradi di saturazione). Per acidi scoperti prima della base, come quello del sale marino ottenuto con acido sulfurico, si nomina la base dall'acido, correggendo nomi storici come acide vitriolique in sulfurique. L'apparato per estrarre l'acido gassoso dal sale usa una cornue con mercurio per catturarlo.


5. Nomenclatura degli ossidi e decomposizione dell'acqua

La ridefinizione terminologica in chimica e le prove sperimentali sulla composizione dell'acqua.

Sommario

Il testo discute la nomenclatura chimica, criticando l'uso antico del termine "calce" per sostanze diverse e proponendo "ossidi" per il primo grado di ossigenazione dei metalli e altre sostanze. Si spiega che "gli antichi hanno dato il nome di calce [...] a ogni sostanza che è stata esposta a lungo all'azione del fuoco senza fondersi", ma tale termine genera confusione, perciò si adotta "ossidi, dal greco οξυς". Questo linguaggio permette di classificare gradi di ossigenazione: primo per ossidi, secondo per acidi in -eux come "acide nitreux", terzo per acidi in -ique come "acide nitrique", quarto con epiteto "ossigenato" come "acide muriatique oxygéné". Si estende a non metalli, come "ossido di zolfo" per zolfo ammorbidito dalla combustione iniziale, "ossido di fosforo" per il residuo giallo del fosforo bruciato, e "ossido di azoto" per il gas nitroso. Nel regno vegetale e animale si prevedono ossidi analoghi, illuminando operazioni naturali e artificiali. Gli ossidi metallici presentano colori propri, variabili per grado di ossigenazione, richiedendo epitheti come "ossido nero di ferro", "ossido rosso di ferro", equivalenti a "éthiops martial", "colcothar", "ruggine di ferro". Similmente per piombo: "ossido grigio di plumbum", "ossido giallo di plumbum", "ossido rosso di plumbum", per ceneri, massicot, minio. Tali denominazioni, pur lunghe se specificano il metodo di ossidazione (aria, nitrato, acidi), sono precise. Le tavole dell'opera illustrano ciò.

Il capitolo VIII tratta il principio radicale dell'acqua e la sua decomposizione via carbone e ferro, passando da elemento antico a composto moderno. Si omette la storia recente della scoperta, contestata, rimandando ai Mémoires dell'Académie des Sciences del 1781, e si presentano prove di decomposizione e ricomposizione. Prima esperienza: distillazione di acqua in tubo incandescente senza decomposizione, recuperando acqua identica senza gas. Seconda: con 28 grani di carbone nel tubo, l'acqua evapora, ma si dégagano gas: 144 pollici cubi di "gas acido carbonico" (100 grani) e 380 pollici cubi di gas infiammabile leggero (13,7 grani), con deficit di 85,7 grani d'acqua; il carbone scompare in ceneri residue. Calcolo: 85,7 grani d'acqua + 28 grani carbone formano 100 grani acido carbonico + 13,7 grani gas infiammabile; poiché acido carbonico richiede 72 grani ossigeno + 28 carbone, l'acqua cede 72 grani ossigeno, composta da 72 ossigeno + 13,7 gas infiammabile. Si nota che tale gas deriva dall'acqua, non dal carbone, con dettagli semplificati per chiarezza. Terza esperienza: con 274 grani di ferro dolce nel tubo, si ottiene gas infiammabile (15 grani, 416 pollici cubi, 13 volte più leggero dell'aria), deficit di 100 grani d'acqua; il ferro aumenta di 85 grani, diventando "ossido nero", non magnetico, solubile in acidi senza effervescenza. Riflessioni: ossidazione del ferro dall'acqua simile a quella aerea; 100 grani acqua décomposés in 85 ossigeno (unito al ferro) + 15 gas infiammabile, proporzione 85:15. L'acqua ha ossigeno comune ad altre sostanze e un radicale proprio, "idrogeno" (da υδορ acqua e γεινομαι genero), base del "gas idrogeno". Questo combustibile, affinità con ossigeno e calorico, è gassoso a temperatura ambiente, 13 volte più leggero dell'aria, non respirabile, brucia solo con aria o ossigeno puro; miscelato esplode violentemente, diversamente da combustione lenta in bottiglia.


Ricomposizione dell'acqua e quantificazione del calorique - 6

Esperimenti sulla ricomposizione dell'acqua da idrogeno e ossigeno, con verifica quantitativa e implicazioni per la composizione chimica, seguiti da misurazioni del calore nelle combustioni elementari.

Sommario

Il testo descrive precauzioni per esperimenti pericolosi, enfatizzando l'uso di bottiglie robuste: "On ne doit faire cette expérience que dans une bouteille de verre vert très-forte qui n'excède pas une pinte de capacité & qu'on enveloppe même d'un linge, autrement on s'exposeroit à des accidens funestes par la rupture de la bouteille dont les fragmens pourroient être lancés à de grandes distances." ("Si deve fare questa esperienza solo in una bottiglia di vetro verde molto robusta che non ecceda una pinta di capacità e che si avvolge persino in un panno, altrimenti si esporrebbe a incidenti funesti per la rottura della bottiglia i cui frammenti potrebbero essere lanciati a grandi distanze."). Introduce la quarta esperienza sulla ricomposizione dell'acqua, preparando un apparato con un pallone di cristallo da 30 pintes, munito di platina di rame con quattro tubi per vuoto, ossigeno, idrogeno e scintilla elettrica. I tubi per i gas sono essiccati passando attraverso sali deliquescenti come acetato di potassa o muriato di calcio: "Pour que le gaz hydrogène & le gaz oxygène arrivent bien secs par les tuyaux respectifs qui doivent les amener au ballon A, & qu'ils soient dépouillés d'eau autant qu'ils le peuvent être, on les fait passer à travers des tubes MM, NN d'un pouce environ de diamètre qu'on remplit d'un sel très-déliquescent." ("Affinché il gas idrogeno e il gas ossigeno arrivino ben secchi attraverso i tubi rispettivi che devono portarli nel pallone A, e che siano privati dell'acqua quanto più possibile, si fanno passare attraverso tubi MM, NN di circa un pollice di diametro che si riempiono di un sale molto deliquescente.").

Si prepara ossigeno puro, libero da acido carbonico tramite potassa, e doppio volume di idrogeno da decomposizione dell'acqua con ferro puro. Si crea il vuoto nel pallone, si introduce ossigeno, poi idrogeno pressurizzato, e si accende con scintilla: "Enfin on allume ce gaz à l'aide d'une étincelle électrique." ("Infine si accende questo gas con l'aiuto di una scintilla elettrica."). Durante la combustione, l'acqua si condensa sulle pareti: "A mesure que la combustion s'opère, il se dépose de l'eau sur les parois intérieures du ballon ou matras: la quantité de cette eau augmente peu à peu; elle se réunit en grosses goutes qui coulent & se rassemblent dans le fond du vase." ("Man mano che la combustione avviene, si deposita dell'acqua sulle pareti interne del pallone o matraccio: la quantità di quest'acqua aumenta poco a poco; si riunisce in grosse gocce che colano e si raccolgono sul fondo del vaso."). Pesando il matraccio prima e dopo, si verifica l'uguaglianza tra peso dei gas e dell'acqua formata, confermando 85 parti di ossigeno e 15 di idrogeno per 100 di acqua, esperimento eseguito con Meusnier davanti alla Commissione dell'Accademia.

Conclude che l'acqua è composta da ossigeno e idrogeno, gassosi per affinità con il calorico: "Ainsi, soit qu'on opère par voie de décomposition ou de recomposition, on peut regarder comme constant & aussi bien prouvé qu'on puisse le faire en Chimie & en Physique, que l'eau n'est point une substance simple; qu'elle est composée de deux principes, l'oxygène & l'hydrogène." ("Così, sia che si operi per via di decomposizione o di ricomposizione, si può considerare come costante e anche bene provato quanto possibile in Chimica e Fisica, che l'acqua non è una sostanza semplice; che è composta di due principi, l'ossigeno e l'idrogeno."). Menziona fenomeni naturali come fermentazione e vegetazione legati alla decomposizione dell'acqua, critica i pregiudizi scientifici, e cita un esperimento con alcol che produce acqua maggiore del suo peso, richiedendo ossigeno atmosferico: "Or une matière quelconque ne peut rien fournir dans une expérience au-delà de la totalité de son poids; il faut donc qu'il s'ajoute une autre substance à l'esprit-de-vin pendant sa combustion." ("Ora una materia qualsiasi non può fornire in un'esperienza oltre la totalità del suo peso; quindi deve aggiungersi un'altra sostanza all'alcol durante la sua combustione.").

Passa al Capitolo IX sulla quantità di calorico nelle combustioni, usando una sfera di ghiaccio per misurare il calore: combustione di una libbra di fosforo fonde 100 libbre di ghiaccio, di carbonio 96 libbre 8 once, di idrogeno 295 libbre 9 once 3 gros e mezzo. Nota che la combustione del fosforo, formando acido con poco calorico residuo, misura approssimativamente il calorico nell'ossigeno: "La substance qui se forme par le résultat de la combustion du phosphore, étant un acide concret, il est probable qu'il reste très-peu de calorique dans cet acide, & que par conséquent cette combustion fournit un moyen de connoître, à très-peu de chose près, la quantité de calorique contenue dans le gaz oxygène." ("La sostanza che si forma dal risultato della combustione del fosforo, essendo un acido concreto, è probabile che rimanga molto poco calorico in quest'acido, e che di conseguenza questa combustione fornisca un mezzo per conoscere, a pochissimo vicino, la quantità di calorico contenuta nel gas ossigeno.").


Combinazioni delle Sostanze Combustibili e Ossidi con Più Basi - 7

Esplorazione delle affinità tra elementi combustibili e formazione di acidi complessi nei regni vegetale e animale.

Sommario

Il capitolo X tratta delle combinazioni tra sostanze combustibili, che presentano affinità reciproca per via della loro "grande appétence pour l'oxygène", formando composti come leghe metalliche, amalgami, solfuri, fosfuri e carburi. I metalli si alleano tra loro producendo "alliage" con gradi di saturazione variabili, spesso più fragili se i metalli differiscono in fusibilità, come nei ferri "cassans à chaud" dovuti a un metallo più fusibile che rompe la continuità quando liquefatto. Gli amalgami coinvolgono mercurio, mentre solfuri, fosfuri e carburi derivano da zolfo, fosforo e carbone con metalli; questi ultimi, non ossigenati, contrastano con ossidi o acidi formatisi con ossigeno. L'idrogeno gassoso dissolve carbone, zolfo, fosforo e metalli in "gaz hydrogène carboné", "sulfuré" (o "gaz hépatique") e "phosphoré", quest'ultimo infiammabile spontaneamente all'aria, con odore di "poisson pourri". Senza gas, idrogeno e carbone formano oli fissi o volatili, distinti per proporzioni: gli oli fissi vegetali, con eccesso di carbone, si decompongono oltre 100°C separando carbone, mentre i volatili formano gas con calore. Esperimenti confermano la composizione oli in "21 parties d'hydrogène & de 79 parties de carbone", producendo acqua e acido carbonico in combustione; cere solide potrebbero includere ossigeno per solidità. Si dubita di combinazioni concrete idrogeno-zolfo, fosforo o metalli, poiché esperimenti con ferro e zinco suggeriscono decomposizione d'acqua residua, non vera combinazione, riducendosi a quantità "insensibles" con precauzioni; tali aggiunte alterano purezza senza essenza costitutiva.

Il capitolo XI considera ossidazione di composti combustibili, rivelando ossidi e acidi a basi doppie o triple, esemplificati da "acide nitro-muriatique" (o "eau régale") che dissolve oro per azione combinata di basi. Nel regno vegetale, acidi hanno basi idrogeno-carbone, talvolta con fosforo, ossigenati variamente; ossidi meno ossigenati includono zucchero, mucillagini e amido come "oxide hydro-carboneux" con proporzioni diverse. Acidi vegetali derivano da ulteriore ossigenazione, nominati come "acide hydro-carboneux" o varianti indicanti eccessi ("hydro-carbonique oxygéné"). Proposta nomenclatura sistematica, ma proporzioni ignote impongono nomi antichi provvisori per 13 acidi noti: acetico, ossalico, tartarico, ecc., composti di idrogeno, carbone e ossigeno in equilibrio termico, decomposti oltre 100°C in acqua, olio, acido carbonico e carbone residuo. Nel regno animale, ossidi e acidi incorporano azoto, fosforo, idrogeno e carbone; azoto in acido prussico o gallico forma basi triple. Nomenclatura cumulativa appare barbara, così si conservano nomi modificati (termini in -eux per base in eccesso, -ique per ossigeno dominante), attendendo perfezione scientifica; analisi dettagliate rimandate a memorie future, con esperimenti in corso per quantificazioni precise.


Nomenclatura dei sali neutri - 8

Proposta di un sistema razionale per la denominazione dei sali basata sull'analogia con gli acidi.

Sommario

Il testo critica i metodi antichi di nomenclatura chimica, che causerebbero confusione con l'aumento delle specie note, e propone un sistema basato sull'analogia naturale. Si argomenta che "se si volesse dare a tutte [le specie di sali] denominazioni arbitrarie alla maniera degli antichi, se si designassero o con il nome dei primi autori che le hanno scoperte, o con il nome delle sostanze da cui sono state tratte, ne risulterebbe una confusione che la memoria più felice non potrebbe dipanare" (da 1207). Questo approccio era tollerabile "nel primo età della Chimica [...] perché allora non si conoscevano più di trenta specie di sali" (da 1208), ma ora, con acidi che arricchiscono la chimica di "24 sali nuovi, talvolta 48 in ragione dei due gradi di ossigenazione dell'acido" (da 1208), serve una metodo sistematico. Si applica il principio usato per gli acidi, distinguendo la base acidificabile particolare e l'ossigeno comune, nominando genericamente "acido" e specificando la base, come "acide sulfurique, d'acide phosphorique, d'acide carbonique" (da 1211), con terminazioni per gradi di saturazione, ad esempio "l'acide sulfureux dall'acide sulfurique*" (da 1212).

Per i sali neutri, si assegna un nome comune per tutti quelli con lo stesso acido, differenziandoli per la base salificabile: "tutti i sali che hanno l'acido sulfurico per acido, con il nome di sulfati; tutti quelli che hanno l'acido phosphorico per acido, con il nome di fosfati" (da 1214), come "sulfate de potasse, sulfate de soude, sulfate d'ammoniaque" (da 1215). Con ventiquattro basi, si ottengono ventiquattro specie per acido, e per quelli con due gradi di ossigenazione, come il soufre, si distinguono sulfati e sulfiti, arrivando a "48 sali neutri, vale a dire ventiquattro sulfati e ventiquattro sulfiti" (da 1219). Si rinuncia a dettagli esaustivi per evitare noia, limitandosi a "esposto chiaramente la metodo di nominare" (da 1220), e si annuncia una seconda parte con tableaux per ricapitolare combinazioni chimiche, inclusi acidi, proprietà e formazione dei sali.

La seconda parte, intitolata "De la Combinaison des Acides avec les bases salifiables, & de la Formation des Sels neutres" (da 1229), include un avviso che amplia il piano originale per maggiore utilità, aggiungendo tableaux su sostanze semplici e combinazioni. Si presentano "le sostanze semplici, o almeno quelle che lo stato attuale delle nostre conoscenze ci obbliga a considerare come tali" (da 1235), radicaux ossidabili, combinazioni di ossigeno, azoto, idrogeno e altri con sostanze semplici, formando una ricapitolazione dei primi quindici capitoli. Si menziona l'uso di opere come quella di M. de Morveau nell'Encyclopédie. Il primo tableau elenca sostanze semplici come "Lumière" (da 1261) e "Calorique" (da 1264), con nomi antichi corrispondenti come "Chaleur" (da 1265) e "Principe de la chaleur" (da 1266), descritte come "principi della calore" (da 1269) elementi dei corpi nei tre regni.


Blocco 9: Radicali e combinazioni in chimica

Esplorazione dei radicali composti e delle affinità con luce e calore.

Sommario

Il testo discute la necessità di nomi derivati per i radicali estratti dalle sostanze, prevedendo che questi scompariranno con maggiori conoscenze, sostituiti da termini come "radicaux hydro-carboneux & hydro-carbonique". Le huiles, composte di idrogeno e carbone, fungono da radicali carbone-idrogenati, ossigenati per formare ossidi e acidi vegetali, sebbene si dubiti che entrino integralmente in tali composizioni senza perdite di elementi. Nel regno minerale, il solo radicale composto noto è il "radical nitro-muriatique", formato da azoto e radicale muriatico, mentre altri acidi composti rimangono poco studiati.

Osservazioni sulle combinazioni di luce e calorico con sostanze rivelano che i corpi sono immersi nel calorico, che li penetra e separa le molecole, determinando stati solidi, liquidi o gassosi; le sostanze aeriformi per aggiunta di calorico sono denominate "gaz", come "gaz acide muriatique" o "gaz aqueux". La luce, meno compresa, mostra affinità con l'ossigeno secondo Berthollet, contribuendo a costituirlo gassoso, e si combina con parti delle piante per colori fogliari e floreali; piante e animali privi di luce si etiolano, mentre la vita prospera in esposizione luminosa, evocando il mito di Prometeo come metafora di vitalità donata dalla luce. Il testo evita dettagli su corpi organizzati, rimandando a future trattazioni, e introduce un tableau delle combinazioni binarie dell'ossigeno con sostanze non metalliche e metalliche, elencando nomi nuovi e antichi per gradi di ossigenazione, come "oxide de phosphore" per il fosforo o "oxide gris d'antimoine" per l'antimonio.


Acidi organici e ossigenazione dei radicali 10

Elenco di acidi vegetali e animali con osservazioni sulle loro combinazioni ossigenate.

Sommario

Il testo elenca vari acidi organici, specificando la loro origine e novità rispetto agli antichi: "L'acide saccho-lactique è inconnu des anciens", mentre "L'acide formique", noto come "L'acide des fourmis", e "L'acide bombique" condividono lo stesso status di novità. Similmente, "L'acide sébacique" e "L'acide lithique", legato a "Le calcul de la vessie", sono ignoti agli antichi, come pure "L'acide prussique", descritto come "La matière colorante du bleu de Prusse". I radicali composti, attraverso ossigenazione, producono ossidi vegetali e animali: "Ces radicaux, par un premier degré d'oxigénation, donnent le sucre, l'amidon, le muqueux, & en général tous les oxides végétaux", e per gli animali "donnent la limphe animale, différentes humeurs, & en général tous les oxides animaux".

Le osservazioni sulle combinazioni dell'ossigeno con radicali composti introducono una nuova teoria chimica: dal 1776, pubblicazioni hanno rivelato che "le nombre de ces substances devoit être beaucoup plus grand qu'on ne l'avoit pensé jusqu'alors", portando a trenta acidi noti anziché cinque o sei, con un aumento proporzionale dei sali neutri. Si studia la natura delle basi acidificabili e i gradi di ossigenazione: nei minerali i radicali sono semplici, mentre in vegetali e animali sono composti di idrogeno, carbonio, spesso azoto e fosforo, differendo per numero di principi, proporzioni e ossigenazione, spiegando le varietà naturali. Gli acidi vegetali si convertono mutuamente alterando proporzioni di carbonio e idrogeno o ossigenandoli: esperimenti di Crell, confermati da Hassenfratz, mostrano che carbonio e idrogeno danno "par un premier degré d'oxigénation de l'acide tartareux, par un second de l'acide oxalique, par un troisième de l'acide acéteux ou acétique"; acidi citrico e malico differiscono poco.

Dubbi sorgono sull'olio come radicale degli acidi: sebbene composto di idrogeno e carbonio, la proporzione non è nota con certezza, e l'ossigeno nei composti acidi suggerisce alternative come acido carbonico e acqua, in equilibrio instabile a temperature ordinarie, perturbabile dal calore. Il testo rimanda a pagine precedenti per dettagli. Infine, presenta un "Tableau des combinaisons binaires de l'Azote avec les substances simples", elencando combinazioni con calorico ("Le gaz azote"), idrogeno ("L'ammoniaque"), ossigeno ("Oxide nitreux") e altre, con nomenclatura nuova e antica.

Riferimenti minori

Osservazioni da memorie dell'Accademia, 1776 pagina 671 e 1778 pagina 535.


Determinazione della pesanteur specifica e introduzione alla gazometria 11

Metodi per misurare la densità specifica di solidi e fluidi mediante bilance idrostatiche e pèse-liqueurs, seguiti dalla descrizione di apparati pneumato-chimici per i gas.

Il testo illustra procedure per calcolare la pesanteur specifica dei corpi solidi immergendoli in acqua, come per l'oro che "pesa dans l'air 8 onces 4 gros 2 grains & demi" e perde "3 gros 37 grains" in acqua, deducendo che "à volume égal l'or pèse 4898 grains & demi, & l'eau 253", per un rapporto di 193617 assumendo l'acqua a 10000. Si estende ai fluidi, usando sfere solide come "une boule de cristal de roche" per confrontare pesi persi, notando limitazioni per liquidi simili all'acqua. Introduce pèse-liqueurs metallici, un cilindro "de cuivre jaune, ou mieux encore d'argent" lestato con stagno, bilanciato in acqua distillata fino a una marca, rilevando differenze che "auroient échappé aux analyses chimiques les plus exactes". Per acidi, si usano versioni in vetro con mercurio, mentre per acque minerali o spiriti si adattano varianti. Conclude che tali strumenti sono comuni, passando alla misura dei gas con apparati pneumato-chimici.

La sezione transita al Capitolo II sulla "Gazométrie, ou de la mesure du poids & du volume des substances aériformes", descrivendo cuve di legno rivestite in piombo o rame per cloches di cristallo, con dimensioni consigliate ampie come "quatre pieds cubes d'eau" per esperimenti multipli, evitando fessure in baquets di douves. Per mercurio, si preferisce marmo impermeabile, con fosse e rigole per cloches forti o eudiomètres. Il gazomètre, inventato per fornire "un courant de gaz oxygène", è un bilanciere con archi, tourillon su rulli, cloche di rame da 18 pollici, vaso d'acqua e tubi per introdurre gas, regolando pressione via pesi, permettendo misurazioni precise di volumi gassosi in combustioni o fusioni.


Graduazione della campana e separazione dei gas con correzioni volumetriche - 12

Metodi per misurare e distinguere i gas attraverso procedure sperimentali e aggiustamenti per pressione.

Descrizione del blocco

Il testo illustra la procedura per graduare una campana pneumatica introducendo aria da una bottiglia e segnando i livelli dell'acqua, mantenendo costante la temperatura: "On fait passer l'air contenu dans cette bouteille dans la cloche qu'on se propose de graduer, puis on fait une marque à la hauteur jusqu'à laquelle est descendue l'eau." Si aggiungono misure successive fino a spostare tutta l'acqua, evitando variazioni termiche o di pressione. La graduazione avviene con una punta di diamante, applicabile anche a tubi per mercurio, usando una bottiglia calibrata a 8 once di mercurio equivalenti a un pollice cubico. Questo metodo elimina correzioni per differenze di livello tra cloche e vasca, ma richiede aggiustamenti per barometro e termometro: "Cette manière de déterminer les volumes d'air [...] a l'avantage de n'exiger aucune correction pour la différence de hauteur qui existe entre le niveau de l'eau dans l'intérieur de la cloche, & celui de l'eau de la cuve."

Si passa alla separazione dei gas misti sotto mercurio, introducendo acqua per assorbire specie come acido muriatico o solforico, con assorbimento immediato: "si le mêlange de gaz contient du gaz acide muriatique ou du gaz acide sulfureux, il y aura sur-le-champ une absorption très-considérable." Se l'assorbimento è lieve, si sospetta acido carbonico, verificato con alcali caustici che causano assorbimento lento. Dopo assorbimenti, si sposta il residuo in una campana graduata per misurazioni, segnando livelli e registrando differenze di pressione e temperatura. Test preliminari con candela identificano ossigeno se la fiamma brilla, azoto se si spegne, idrogeno se brucia con fiamma bianca o blu, o miscele detonanti: "Si la bougie ne s'y éteint pas, on en conclura qu'il contient du gaz oxygène." Ulteriori prove con ossigeno rilevano nitrosi per vapori rossi. Per proporzioni, si usano sulfuro di potassio per azoto-ossigeno, eudiometro di Volta per idrogeno con detonazioni successive, notando acido carbonico da carbone: "on y joint une première portion de gaz oxygène, qu'on fait détoner avec lui par l'étincelle électrique." Esempi generali sottolineano la complessità dell'analisi, richiedendo familiarità e adattamenti per separazioni complete.

Infine, si trattano correzioni volumetriche per pressione atmosferica, basate sulla compressibilità dei fluidi elastici proporzionale ai pesi: "les fluides élastiques en général sont compressibles en raison des poids dont ils sont chargés." Il barometro equilibra una colonna di mercure di 28 pollici con l'aria atmosferica, come spiegato con sifoni e esperimenti che dimezzano volumi a doppi pesi. La legge di Boyle-Mariotte si applica: volumi inversi ai pesi compressori, confermata da misurazioni altimetriche. Correzioni distinguono variazioni barometriche e colonne di fluido nelle cloches. Esempio: 100 pollici di ossigeno a 28 pollici 6 linee diventano 101,786 a 28 pollici: "les volumes sont en raison inverse des poids comprimans, on aura 100, pouces : x :: 1/285 : 1/280."


Tecniche di Separazione delle Materie in Chimica e Farmacia - 13

Metodi per ottenere polveri omogenee e separare solidi da fluidi attraverso setacci, lavaggio e filtrazione.

Sommario

Il testo descrive il setacciamento per separare particelle di diverse dimensioni. Si impiegano setacci con maglie proporzionate alla grossezza desiderata, come quelli in crine o seta (fig. 12) e in pelle con fori (fig. 13), usati nella fabbricazione della polvere da sparo. Per materiali leggeri o pericolosi, si usano setacci composti da tre parti: setaccio, coperchio e fondo (fig. 14 e 15). "Si riesce a liberarsi delle più grossolane, & ad avere solo una polvere molto più omogenea, impiegando setacci, figure 12, 13, 14 & 15, tavola I" (5131). Il lavaggio offre un metodo più preciso per polveri uniformi, applicabile a materie non attaccabili dall'acqua: si diluiscono i materiali, si decantano ripetutamente, ottenendo depositi progressivamente più fini fino a chiarire il liquido. Questo separa anche materie di uguale finezza ma diversa pesantezza, utile nelle miniere. "Si continua questa manovra finché l'acqua non si schiarisce; & la polvere grossolana & irregolare che si aveva originariamente, si trova separata in una serie di depositi che, ciascuno in particolare, sono di un grado di finezza pressappoco omogeneo" (5144).

Si introduce lo sifone per decantare senza disturbare il deposito, costituito da un tubo di vetro ricurvo (fig. 11, tavola II), fissato a una planchetta per comodità, con un tubicino ausiliario per espellere l'aria. L'estremità si immerge nel liquido fino alla profondità voluta, e il fluido scorre dal vaso superiore a quello inferiore una volta avviato. "Durante dunque che si vuole procurare mediante il sifone lo scolo del liquido dal vaso FG in quello LM, si comincia col tappare con la punta del dito l'estremità C del ramo BC del sifone; poi si succhia con la bocca, finché non si è tolta tutta l'aria dal tubo & non è stata sostituita da del liquido" (5153). La filtrazione separa solidi fini da fluidi, usando filtri come il "chausse" conico in lana (fig. 2, tavola II), o carta non incollata su telai per grandi quantità (fig. 1, 3, 4). Per entonnoir di vetro (fig. 5), si piegano coni di carta, ma si evitano ostruzioni con pliche multiple (fig. 6), frammenti di paglia o rognure di vetro incurvate come ganci. "Il filtro non è altro che un setaccio molto fine & molto serrato, attraverso il quale le particelle solide, per divise che siano, non possono passare, ma che è tuttavia permeabile per i fluidi" (5158).

Temi minori emergono nell'uso di supporti come telai su cavalletti e lavaggio delle tele per evitare contaminazioni. La carta, sottile ma feltrata, compensa la mancanza di spessore e blocca ogni solido. "Non vi è alcun corpo solido, per diviso che sia, che passi attraverso i pori dei filtri di carta; i fluidi al contrario li attraversano con molta facilità" (5166).


La distillazione semplice e apparati correlati (14)

Descrizione degli strumenti e procedure per la distillazione in chimica e farmacia.

Sommario

Il testo descrive la distillazione semplice come un'evaporazione in vasi chiusi, con l'apparato più basilare costituito da una bottiglia o fiala chiamata cornue, curva nel collo e posta in un forno o bagno di sabbia. Si adatta un récipient per condensare i prodotti, talvolta usando cucurbite o alambicchi di vetro o grès con chapiteau. "Ainsi la distillation simple bien analysée ne doit être considérée que comme une évaporation en vaisseaux clos" si traduce come "Così la distillazione semplice, ben analizzata, non deve essere considerata che come un'evaporazione in vasi chiusi". Per evitare scoppi dovuti all'espansione dei vapori, si pratica un foro nel récipient, perdendo però prodotti aerei o non condensati rapidamente; tale apparecchio è adatto solo a operazioni di laboratorio e farmacia, non a ricerche precise.

Si menzionano apparati metallici per resistere al calore, necessari per distillare acqua, liquori spiritosi o ottenere oli essenziali, con cucurbite di rame stagnato, bain-marie e chapiteau interno in stagno, munito di réfrigérant con acqua fresca per condensare i gas. "Il est nécessaire, sur-tout pour la distillation des liqueurs spiritueuses, que le chapiteau F de l'alambic soit garni d'un réfrigérent SS" si traduce come "È necessario, soprattutto per la distillazione dei liquori spiritosi, che il chapiteau F dell'alambic è munito di un réfrigérant SS". Nei casi di vapori espansivi, si interpone un serpentin a spirale in un seau d'acqua per una migliore condensazione, comune nella produzione di acquavite; talvolta si aggiunge un'allonge per separare prodotti di diversa volatilità o raffreddare il récipient.

Gli apparati antichi sono insufficienti per la chimica moderna, che richiede metodi complessi per distillazioni composte. Il testo passa alla sublimazione, definita come distillazione di materie che si condensano in stato concreto, come zolfo o sale ammoniaco, usando aludels o fiale in bagno di sabbia, ma perdendo parte del prodotto senza apparati pneumato-chimici. "On donne le nom de sublimation à la distillation des matières qui se condensent dans un état concret" si traduce come "Si dà il nome di sublimazione alla distillazione delle materie che si condensano in uno stato concreto".

Nel capitolo successivo, si introduce la distillazione composta e pneumato-chimica, che decompone il corpo in gas vari, alcuni condensabili, altri assorbibili da acqua o alcali, richiedendo apparati complessi con cornue tubulata, ballon, bottiglie successive con acqua o potassa caustica, e cloche per catturare tutto. "Il y a dans cette opération décomposition absolue de la substance soumise à la distillation" si traduce come "In questa operazione vi è decomposizione assoluta della sostanza sottoposta alla distillazione". L'apparato descritto, con lutature precise, è il più perfetto per operazioni complesse, semplificabile a seconda delle necessità.


15. Apparato per la combustione delle huiles e dell'alcool

Descrizione dettagliata dell'apparato sperimentale per analizzare i prodotti della combustione delle huiles e considerazioni sulla combustione dell'alcool.

Sommario

Il testo descrive l'apparato per la combustione delle huiles, più composte del carbone poiché risultano dalla combinazione di carbone e idrogeno, producendo acqua, gas acido carbonico e gas azoto. "Le huiles sont plus composées que le charbon, puisqu'elles résultent de la combinaison au moins de deux principes, le carbone & l'hydrogène; il reste en conséquence, après qu'on les a brûlées dans l'air commun, de l'eau, du gaz acide carbonique & du gaz azote." ("Le huiles sono più composte del carbone, poiché risultano dalla combinazione almeno di due principi, il carbone e l'idrogeno; rimane conseguentemente, dopo che le si è bruciate nell'aria comune, dell'acqua, del gas acido carbonico e del gas azote."). L'apparato separa e raccoglie questi prodotti: un grande bocal A, con virole di ferro e mercurio per sigillatura ermetica, resiste a pressioni elevate senza lut.

Il couvercle del bocal presenta fori per tubi: uno per la tige che regola la mèche della lampada, altri per olio, aria e aria esausta. La lampada, con réservoir a, siphon bcdefgh e tubi per aria dal gazomètre, alimenta la fiamma internamente ed esternamente come nelle lampes d'Argand. "Les trois autres trous h, i, k, sont destinés, savoir, le premier au passage du tuyau qui doit amener l'huile, le second au passage du tuyau qui doit amener l'air à la lampe pour entretenir la combustion, le troisième au passage du tuyau qui doit donner issue à ce même air lorsqu'il a servi à la combustion." ("I tre altri fori h, i, k, sono destinati, cioè, il primo al passaggio del tubo che deve portare l'olio, il secondo al passaggio del tubo che deve portare l'aria alla lampada per mantenere la combustione, il terzo al passaggio del tubo che deve dare uscita a quest'aria stessa quando ha servito alla combustione."). La figura 1 mostra dettagli: tubo ik per olio, capacità aaaa per mèche, aria in dddddd distribuita via cccc e bbbb.

L'insieme è illustrato in prospettiva su planche XI: gazomètre P fornisce aria, ajutage con robinet, secondo gazomètre per continuità, tube déliquescent 4-5 assorbe umidità. "Du tube 4 & 5 que je nommerai tube déliquescent, l'air est conduit à la lampe 11 par le tube 5, 6, 7, 8, 9, 10." ("Dal tubo 4 e 5 che nominerò tubo deliquescente, l'aria è condotta alla lampada 11 dal tubo 5, 6, 7, 8, 9, 10."). L'aria alimenta la fiamma, forma gas acido carbonico e acqua; quest'ultima condensa nel bocal A, serpentin 17-18 e tube 19-20 con sel déliquescent.

Per quantificare, bottiglie 22 e 25 con potasse liquida assorbono gas acido carbonico; ne servono nove, ultima con acqua di calce per verifica. "L'air qui a servi à la combustion, y est conduit par les tuyaux 20, 21, 23 & 24, & il y dépose le gaz acide carbonique qu'il contient." ("L'aria che ha servito alla combustione vi è condotta dai tubi 20, 21, 23 e 24, e vi deposita il gas acido carbonico che contiene."). Il residuo, misto a gas ossigeno residuo, passa tube 28-29 per deumidificazione, poi gazomètre per misurazione e analisi con sulfure di potasse.

La mèche si carbonizza e ostruisce; si regola con tige 31-34 via boëte à cuir e pignon-crémaillère, senza aprire l'apparato. Un piccolo bocal di vetro intorno alla fiamma migliora la combustione. Procedura: pesare lampada e olio, posizionare, accendere, fissare bocal con planche BC e tiges; perdite iniziali di olio e aria sono minime e valutabili.

Difficoltà persistono, impedendo risultati esatti sulle proporzioni; huiles si risolvono in acqua e gas acido carbonico, composte di idrogeno e carbone. "J'ai bien la preuve que les huiles fixes se résolvent entièrement en eau & en gaz acide carbonique, qu'elles sont composées d'hydrogène & de carbone; mais je n'ai rien d'absolument certain sur les proportions." ("Ho bene la prova che le huiles fisse si risolvono interamente in acqua e gas acido carbonico, che sono composte di idrogeno e carbone; ma non ho nulla di assolutamente certo sulle proporzioni.").

Passa alla combustione dell'esprit-de-vin o alcool, possibile nell'apparato per carbone e fosforo, ma rischiosa. Sotto cloche A, planche IV fig. 3, lampada con alcool e atomo di fosforo accesa con fer recourbé; inconvenienti includono detonazione con gas ossigeno o aria satura di vapori. "En conséquence, au moment où je voulus allumer le petit morceau de phosphore & la lampe avec le fer rouge, il se fit une détonation violente qui enleva la cloche & qui la brisa en mille pièces contre le plancher du laboratoire." ("Conseguentemente, nel momento in cui volli accendere il piccolo pezzo di fosforo e la lampada con il ferro rovente, si fece una detonazione violenta che sollevò la cloche e la frantumò in mille pezzi contro il pavimento del laboratorio.").

Esperimenti limitati a piccole quantità (10-12 grains) per evitare rischi; prolungare combustione rifornendo gas ossigeno ostacolato da gas acido carbonico. Apparato planche XI troppo grande per tentativi sicuri, capacità 1400 pouces cubiques. Si limita a esperimenti in piccolo o vasi aperti come planche IX fig. 5, descritta nel §5; riprende lavoro futuro per superare ostacoli.


La Combustione dell'Etere e del Gas Idrogeno 16

Esperimenti sulla combustione in vasi chiusi e formazione dell'acqua.

Sommario

Il testo descrive difficoltà e apparati per la combustione dell'etere in vasi chiusi. L'autore tenta di sfruttare la solubilità dell'etere nell'aria atmosferica per renderla infiammabile, costruendo un serbatoio con tubi per distribuire l'aria attraverso l'etere e condurla a una fiamma. Tuttavia, emerge un eccesso di etere che richiede ossigeno aggiuntivo, impedendo la combustione in ambienti chiusi senza rinnovamento d'aria: "la lampe s'éteignoit-elle peu de tems après qu'elle étoit enfermée dans le bocal A", tradotto come "la lampada si spegneva poco tempo dopo essere stata rinchiusa nel bocal A". Tentativi di introdurre aria laterale falliscono per instabilità della fiamma, ma l'autore prevede miglioramenti.

Successivamente, affronta la combustione del gas idrogeno e la formazione dell'acqua, notando la trasformazione di ossigeno e idrogeno gassosi in liquido. Problemi derivano dall'impurità dell'ossigeno con azoto, limitando la combustione: "le résidu de gaz azote augmentant continuellement, la flamme s'affoiblit & elle finit par s'éteindre", ovvero "il residuo di gas azoto aumentando continuamente, la fiamma si indebolisce e finisce per spegnersi". Descrive un apparato con ballon, tubi per gas secchi e accensione elettrica, permettendo combustioni multiple con raccolta dell'acqua. Conclude con risultati: 100 parti d'acqua composte da 85 di ossigeno e 15 di idrogeno, basati su esperimenti del 1785.


Preparazione dell'ossigeno dall'ossido di mercurio e analisi della detonazione 17

Metodi per ottenere gas ossigeno puro e fenomeni esplosivi nella polvere da sparo.

Sommario

Il testo descrive l'apparato per ossidare il mercurio in un matraz dal "cul très-plat" con un collo allungato, noto come "enfer de Boyle", dove si introduce mercure su un bain de sable riscaldato quasi al punto di ebollizione; continuando per mesi con matraz multipli e rinnovando il mercure, si ottengono oncie di ossido. L'aria non si rinnova sufficientemente, ma una circolazione eccessiva porterebbe via il mercure disciolto. Tra le esperienze sull'ossidazione dei metalli, quelle sul mercurio sono le più conclusive; si auspica un apparato semplice per dimostrazioni pubbliche, simile a quelli per la combustione di oli o carbone, sebbene non ancora ripreso. L'ossido di mercurio si revivifica riscaldandolo a calore rosso tenue senza aggiunte, poiché l'ossigeno ha maggiore affinità con il calorique che con il mercurio, formando gas ossigeno misto a poco azoto, assorbito durante l'ossidazione, e a gas acido carbonico da impurità carbonizzate.

L'ossido da calcinazione è costoso per esperimenti su larga scala; si preferisce ossigenare il mercurio con acide nitrico per un ossido rosso più puro, disponibile in commercio in pezzi solidi laminari, evitando la polvere mista a ossido di piombo. Tentativi di preparazione personale evaporando la dissoluzione e calcinando in cornucce o capsule falliscono nel raggiungere la qualità commerciale, forse olandese. Per estrarre ossigeno, si usa una cornua di porcellana con tubo lungo immerso in cloches ad acqua, raccogliendo mercurio revivificato in un vaso sommerso; il gas passa solo a calore rosso, poiché "une chaleur obscure ne suffit pas pour former du gaz oxygène; il faut de la lumière", indicando la luce come principio costitutivo. Si scartano le prime porzioni di gas miste ad aria; il prodotto contiene un decimo di azoto e poco carbonico, eliminabile con alcali caustici, mentre l'azoto si quantifica esponendo a solfuro di soda o potassa, che assorbe l'ossigeno formando acido solforico.

Altri metodi includono ossido nero di manganese o nitrato di potassa a calore rosso intenso, richiedente cornucce di grès o porcellana; il più puro deriva dal muriato ossigenato di potassa per semplice calore in cornua di vetro, scartando le prime porzioni impure. Il testo passa alla detonazione, dove l'ossigeno in nitre o muriato ossigenato è "dans l'état de gaz oxygène condensé", con calorique che lo spinge a gaseousarsi bruscamente, causando "bruit & de fracas". La detonazione tipica coinvolge carbone con nitre o muriato, talvolta zolfo per polvere da sparo; l'ossigeno forma acido carbonico, con azoto dal nitre, ma l'espansione gassosa non spiega tutto, poiché polveri con meno gas ma doppio effetto derivano dal calorique liberato, che agisce come fluido elastico, dilata gas e forse decompone acqua fornendo ossigeno e idrogeno espansivo.

L'acqua non decomposta vaporizza, occupando "un volume 17 à 18 cent fois plus grand"; esperimenti su fluidi elastici da detonazioni con nitre, carbone, zolfo e muriato ossigenato di potassa rivelano costituenti, come riportato nei Mémoires dell'Académie. Si preparano a ripetere con apparati migliori; si raccomanda prudenza estrema con miscele esplosive. Si usano canoni di pistola sigillati, caricati con pasta umida di salpêtre e carbone impalpabile, tamponata, lasciando vuoto e aggiungendo étoupille; l'umidità va calibrata per evitare fallimenti o pericoli. Per esperimenti, si immerge il canone in cloches ad acqua durante l'accensione, raccogliendo gas; inclinando si evita riflusso idrico, ottenendo gas da 1,5-2 oncie di nitre, con azoto purificabile in potassa, quantificando carbonico variando dosi di carbone per saturazione ossigeno.

Un metodo più preciso riceve gas in cloches a mercurio da 12-15 pinte, riempite con sifone e pompa; si ripetono con precauzioni massime.


Descrizione del fourneau de coupelle e metodi per intensificare il calore 18

Innovazioni nei forni chimici per l'ossidazione e la fusione dei metalli.

Sommario

Il testo descrive un forno con griglia a claire-voie in ferro méplat, dove i barretti sono posati sul lato più stretto per facilitare il passaggio dell'aria, come illustrato nella figura 7; aggiunge un tubo superiore in terracotta di 18 piedi, con diametro interno dimezzato rispetto al forno. Sebbene produca un fuoco superiore a quello di qualsiasi chimico precedente, può essere migliorato rendendo il tubo il meno conduttore di calore possibile. Passa poi al fourneau de coupelle per testare oro e argento nel piombo, riscaldato in capsule di ossa calcinate: il piombo si ossida, vitrifica e incorpora con la coupelle, richiedendo contatto con aria pura, non possibile in crogioli o tra carboni ardenti dove l'aria è alterata da azoto e acido carbonico. Necessita di un apparato esposto al fuoco intenso ma protetto dall'aria combusta, denominato fourneau de coupelle, di forma quadrata con cendrier, foyer, laboratorio e dôme; nel laboratorio si pone la mouffle, un piccolo forno in terracotta chiuso sul fondo, posato su barre e lutato con argilla. Le coupelles vi si collocano, con carboni sopra e sotto; l'aria dal cendrier alimenta la combustione e fuoriesce dal dôme, mentre aria esterna entra dalla porta della mouffle per la calcinazione. Tuttavia, la costruzione è viciosa: porta chiusa rallenta l'ossidazione per mancanza d'aria, aperta introduce aria fredda che raffredda il metallo. Si propone rimedio con un flusso d'aria esterna rinnovata che sfiori il metallo, preriscaldata in un tubo di terra reso rosso dal fuoco, accelerando l'operazione. M. Sage usa un forno ordinario con mouffle di porcellana e soffietto manuale per dirigere aria sul metallo, facilitando la coupellation con esattezza.

La sezione III tratta mezzi per aumentare l'azione del fuoco sostituendo l'aria atmosferica con gas ossigeno: i grandi specchi ustori di Tschirnhausen e Trudaine superano i forni chimici ma non fondono la platina grezza, costosi e difficili; i specchi concavi riflettono verso l'alto, impedendo supporti e operazioni in aria. L'autore riempì vesciche di gas ossigeno con tubo a rubinetto per animare carboni, fondendo platina con facilità, ispirando il gazometro descritto a pagina 346. Con gazometro, si regola pressione e velocità del gas; l'apparato è una tavola con foro per tubo di rame o argento terminante in piccola apertura, collegato al gazometro. Si crea un creux nel carbone con torna-vis, vi si pone il corpo da fondere, si accende con chalumeau e si espone al getto di gas ossigeno dal tubo. Adatto a metalli e terre semplici, non a solfati o sali che reagiscono col carbone; per questi, si usa lampada d'émailleur con getto di gas attraverso fiamma, con ajutage coudé. Questa produce calore minore, fondendo platina con pena; supporti sono coupelles d'ossa, capsule di porcellana o metalliche, che non fondono per conduzione termica. Esperimenti in Académie 1782-1783 mostrano: il cristallo di rocca (silice pura) è infusibile, ma si ramollisce e fonde se mescolato.


Catalogo di Pietre Minerali 19

Varietà di quarzo, grès e agati con pesi specifici.

Il blocco descrive un elenco sistematico di minerali e pietre, partendo da varietà di cristallo di rocca come Cristal de Roche limpide de Madagascar ("Cristallo di rocca limpido del Madagascar") e Cristal de Roche du Brésil ("Cristallo di rocca del Brasile"), per passare a quarzi cristallizzati e in massa, con codici numerici e misure di peso come "26530 1 5 54 185 11 2 64". Include tipi di grès per paveurs, rémouleurs e couteliers, come Grès des Paveurs ("Grès dei pavimentatori") e Grès luisant de Fontainebleau ("Grès lucido di Fontainebleau"), oltre a pietre per falci d'Auvergne e Lorraine. Procede con agati orientali e onici, calcedonie limpida, cornaline, sardoine pure e prasi, fino a pietre focaie bionde e nerastre, caillou onici e di Rennes, pierre meuliere e giade bianche e verdi. Entra in jaspi rossi, bruni, gialli, violetti, grigi e onici, schorl neri prismatici e spatici, basalti neri antichi. Segue una sezione su pietre argillose o alluminose, con serpentine opache verdi d'Italia dette gabro dei fiorentini, stéatiti, craie di Briançon e Spagna, pietre ollari feuilletée del Delfinato e Svezia, talco di Moscovia, miche nere, scisti comuni, ardesie nuove, pietre a rasoio bianche e nere e bianche. Conclude con pietre calcaree, spath calcarei romboidei detti cristallo d'Islanda e piramidali detti dente di maiale, alabastri orientali bianchi antichi, marmi campan verdi e rossi, bianchi di Carrara e Paros, e pietre da costruzione come quelle di S. Leu, Notre Dame, Vergelet grosso grano, Arcueil.

Riferimenti minori

Codici numerici ricorrenti indicano pesi specifici, come "Pesanteur spécifique" ("Peso specifico") e "Poids du pouce cube" ("Peso del pollice cubo"), con unità in once, grammi, libbre. Temi minori emergono in varietà regional: Auvergne, Lorraine, Italia, Brasile, Spagna, Svezia, Islanda, Carrara, Paros.


Elenco di Sostanze Organiche e Acidi 20

Materiali naturali derivati da piante e animali, seguiti da principi chimici acidi.

Sommario

Il blocco elenca sostanze estratte da vegetali e animali, tra cui succhi, resine e pigmenti come "Suc d'arec" (succo di areca), "Cachou" (catechu), "Aloès hépatique" (aloe epatico) e "Indigo". Procede con cere e grassi, specificando "Cires & graisses" (cere e grassi), "Cire jaune" (cera gialla), "Beurre de cacao" (burro di cacao), "Blanc de baleine" (spermaceti), e vari tipi di "Graisse" (grassi) da bue, vitello, montone, suino e "Lard" (lardo). Include anche legni da alberi diversi, come "Chêne de 60 ans: le cœur" (quercia di 60 anni: il cuore), "Orme: le tronc" (olmo: il tronco), "Fresne: le tronc" (frassino: il tronco), "Hêtre" (faggio), fino a "Grenadier" (melograno), "Mûrier d'Espagne" (gelso di Spagna) e "Oranger" (arancio).

La sezione transita in una tabella dei contenuti sugli acidi, iniziando con "A Acides", definiti come "résultent en général d'un premier ordre de combinaisons formées par la réunion de deux principes simples" (risultano in generale da un primo ordine di combinazioni formate dall'unione di due principi semplici). Descrive acidi specifici: l'acido acetico, chiamato "Acide acéteux, vulgairement appelé vinaigre" (acido acetoso, comunemente chiamato aceto), il cui radicale è composto di idrogeno e carbonio; l'acido acetico come "Dernier degré d'oxygénation" (ultimo grado di ossigenazione); acidi animali, di cui se ne conoscono "six" (sei), con quattro basi acidificabili. Copre l'acido arsenico, benzoico da sublimazione, bombico dal baco da seta, boracico dal borace, camforico analogo all'ossalico, carbonico abbondante nei marmi, citrico dal limone, fluorico gassoso che dissolve il vetro, formico dalle formiche, gallico dalle galle, e lattico dal siero di latte, con proprietà, metodi di ottenimento e combinazioni. Temi minori emergono nelle affinità, ossigenazione e formazioni naturali, come "Il absorbe l'oxigène de l'air en se formant" (assorbe l'ossigeno dall'aria nella sua formazione) per l'acetico, o "Dissout le verre" (scioglie il vetro) per il fluorico.


Revisione degli Élémens de Chimie di Lavoisier 21

Panoramica sulle scoperte chimiche moderne e struttura dell'opera.

Sommario

Il testo esamina la composizione dell'atmosfera, formata da sostanze che rimangono aeriformi alla temperatura e pressione usuali, come indicato in "La nostra atmosfera è formata da tutte le sostanze suscettibili di rimanere nello stato aeriforme al grado abituale di temperatura e di pressione che proviamo" (7449). Si sottolinea l'importanza di determinare il numero e la natura dei fluidi elastici che compongono la couche inferiore abitata, celebrando i progressi della chimica moderna che ha analizzato questi fluidi e le loro combinazioni con sostanze terrestri, colmando il vuoto lasciato dagli antichi chimici, come espresso in "Si sa che le conoscenze che abbiamo acquisito su questo oggetto fanno la gloria della Chimica moderna; non solo si è analizzato questi fluidi, ma si è ancora imparato a conoscere una folla di combinazioni che formavano con le sostanze terrestri" (7451). Lavoisier contribuisce personalmente tracciando un quadro delle sue esperienze su analisi dell'aria atmosferica, decomposizione del gas ossigeno, formazione degli acidi e ossidi metallici, principio radicale dell'acqua e quantità di calorique liberato nelle combustioni.

Si passa alle combinazioni tra sostanze combustibili, come zolfo, fosforo e carbone che si uniscono ai metalli formando sulfuri, fosfuri e carburi, secondo "Lo zolfo, il fosforo, il carbone hanno la proprietà di unirsi con i metalli, e da lì nascono le combinazioni che M. Lavoisier designa sotto il nome di sulfuri, fosfuri e carburi" (7454). L'idrogeno si combina con numerose sostanze combustibili producendo gas infiammabili, e con il carbone forma oli fissi o volatili a seconda delle proporzioni, come descritto nelle memorie del 1784, ma l'opinione è oggetto di obiezioni poiché la distillazione delle oli produce acqua e acido, suggerendo presenza di ossigeno, in "Tutte le oli danno un po' d'acqua e un po' d'acido quando si distillano, e reiterando le distillazioni, si può ridurle interamente in acqua, in acido, in carbone, in gas carbonico e in gas idrogeno carbonato" (7459). L'ossigenazione delle sostanze combustibili semplici porta a corpi composti come le oli, con Lavoisier che introduce ossidi e acidi a base doppia o tripla, distinguendo quelli vegetali basati su idrogeno e carbone da quelli animali che includono anche fosforo e azoto.

I principi primitivi dei vegetali, idrogeno, ossigeno e carbone, sono in equilibrio termico, e variazioni di temperatura producono acqua, olio volatile e carbone libero durante la distillazione, come in "L'idrogeno e l'ossigeno si uniscono più intimamente e formano dell'acqua che passa nella distillazione; una porzione dell'idrogeno e una porzione del carbone si riuniscono insieme per formare dell'olio volatile" (7468). Nelle sostanze animali, l'azoto forma alcali volatili, e analoghe spiegazioni valgono per fermentazione vineuse e putrefazione, con raffronti alle idee di Higgins sul trattamento dell'acido acetoso. Le sostanze acidificabili unite all'ossigeno formano acidi che si combinano con terre e metalli, richiedendo intermedi ossigeno per i metalli, portando a considerazioni su basi alcaline, terre e metalli, e al numero di sali possibili.

La seconda parte dell'opera presenta tabelle di sostanze semplici, radicali ossidabili, combinazioni di azoto, idrogeno, carbone, zolfo e fosforo con elementi semplici, e acidi con basi, ciascuna con spiegazioni su natura, preparazioni e combinazioni principali, come riassunto in "Nella seconda parte del suo ouvrage, M. Lavoisier presenta successivamente il tableau delle sostanze semplici [...] quelli delle combinazioni di tutti gli acidi conosciuti, con le diverse basi" (7476). La terza parte descrive apparecchi e operazioni manuali per la chimica elementare, inclusi strumenti per pesi, gazometria, operazioni meccaniche, soluzioni, distillazioni, combustioni e alte temperature, resi chiari da planche incise con cura, evitando interruzioni nel flusso delle idee delle parti precedenti.

L'opera progredisce da nozioni semplici a combinazioni complesse, fondata su esperimenti rigorosi, guidando i chimici a usare la bilancia invece di ipotesi vane, come in "I suoi ragionamenti sono quasi sempre fondati su esperimenti rigorosi, o piuttosto ne sono il risultato; e finisce per dare gli elementi dell'arte delle esperienze che deve servire di guida ai Chimisti che, invece di abbandonarsi a vane ipotesi, vogliono stabilire le loro opinioni con la bilancia in mano" (7493). Il discorso preliminare discute motivi dell'impresa, esclusione delle affinità chimiche per mancanza di dati precisi, e legame tra abuso dei termini e idee false, enfatizzando la precisione del linguaggio per i progressi scientifici, in "Ma l'oggetto principale di questo discorso è di far sentire la liaison che si trova tra l'abuso dei mots e le idee fausses, e tra la précision du langage e i progressi delle scienze" (7499).


Riassunto della Prima Parte del Traité Élémentaire de Chimie di Lavoisier 22

Esplorazione degli effetti del calore e delle fermentazioni nei composti organici, seguita dall'analisi dei sels neutri e introduzione alle parti successive.

Sommario

Il blocco descrive gli effetti del calore sui principi costitutivi delle materie vegetali e animali. Nei composti organici, l'idrogeno e l'ossigeno tendono a gaseousarsi con il calorique, mentre il carbonio no: "Des trois principes les plus abondans qui les constituent, l'hydrogène & l'oxigène tendent à prendre la forme de gaz par leur combinaison avec le calorique; le troisième ou le carbone n'a pas la même propriété" ("Dei tre principi più abbondanti che li costituiscono, l'idrogeno e l'ossigeno tendono a prendere la forma di gas per la loro combinazione con il calorico; il terzo o il carbonio non ha la stessa proprietà"). A temperature superiori all'ebollizione, si forma acqua, olio e carbonio precipitato; a calore rosso, si ottengono acido carbonico, acqua e carbone isolato. L'azoto, fosforo e zolfo complicano gli effetti nelle materie animali, producendo ammoniaca.

Tutti i fenomeni derivano da cambiamenti di proporzioni e affinità per il calorique: "Tous ces phénomènes ne tiennent qu'à des changemens de proportions dans l'union des principes & à leur diverse affinité pour le calorique" ("Tutti questi fenomeni dipendono solo da cambiamenti di proporzioni nell'unione dei principi e dalla loro diversa affinità per il calorique"). Analogamente nelle fermentazioni vineuse, putride e acéteuse, Lavoisier spiega la separazione della materia zuccherata in acido carbonico e alcol: "dans la fermentation vineuse, la matiere sucrée... se convertit en gaz acide carbonique... tandis que l'hydrogène... constitue l'alkool" ("nella fermentazione vineuse, la materia zuccherata... si converte in gas acido carbonico... mentre l'idrogeno... costituisce l'alcol"). La putréfaction libera gas vari come idrogeno sulfurato e ammoniaca; l'acétification assorbe ossigeno per acidificare.

Nel capitolo sedicesimo, si considerano i sels neutri e le loro basi: acide combinabili con terre, alkali e metalli. Lavoisier descrive potassa, soda, calce e altre, ipotizzando la formazione di alkali dalla combustione vegetale con azoto atmosferico: "l'azote... pourroit bien se précipiter de l'atmosphère dans les substances végétales qu'on brûle" ("l'azoto... potrebbe ben precipitare dall'atmosfera nelle sostanze vegetali che si bruciano"). Il capitolo diciassettesimo riflette sulla formazione dei sels, notando che metalli si ossigenano nella dissoluzione, causando effervescenza.

Si enumerano quarantotto sostanze semplici ossidabili, producendo 1152 sels neutri, ordinabili con la nuova nomenclatura: "quarante-huit acides qui peuvent être unis à vingt-quatre bases... donnent 1152 sels neutres" ("quarantotto acide che possono essere uniti a ventiquattro basi... danno 1152 sels neutri"). Il sommario conclude la prima parte, enfatizzando la semplicità degli elementi ridotti a calorique, sostanze semplici e unioni con ossigeno, omettendo attrazioni per design.

La seconda parte presenta tableaux di combinazioni saline neutre, preceduti da dieci tableaux riassuntivi di sostanze semplici (33, inclusa luce e calorique), basi ossidabili (20), e combinazioni binarie come azoturi e idruri. I 34 tableaux dei sels includono nitriti, solfati e acetati, ordinati per affinità, con note su preparazioni e scoperte, senza dettagli su forme o solubilità.

La terza parte è annunciata brevemente, focalizzandosi su un'esquisse rapida delle combinazioni.


Rapporto sulla terza parte del Trattato elementare di Chimica di Lavoisier - 23

Descrizione degli apparati chimici e approvazioni societarie.

Sommario

La terza parte del trattato di Lavoisier, intitolata Descrizione degli apparati e delle operazioni manuali della Chimica, illustra i progressi della scienza e le differenze tra esperimenti moderni e antichi. Lavoisier la posiziona alla fine per non distrarre dai principi teorici e perché richiede conoscenze pregresse dalle parti precedenti. Offre una descrizione chiara degli strumenti e osservazioni sui fenomeni, strutturata in otto capitoli senza un estratto completo, ma con un aperçu dei principali oggetti. Il primo capitolo tratta strumenti per pesare corpi solidi e fluidi, come bilance sensibili da 50-60 libbre a quelle che tremano a 1/512 di grano, proponendo pesi in frazioni decimali invece di once, gros e grani; include bilance idrostatiche e areometri, in particolare quello personale di Lavoisier.

Il secondo capitolo descrive strumenti per misurare gas, come cuve pneumato-chimiche all'acqua e al mercurio, recipienti vari, palloni per pesare gas e la macchina di Lavoisier per volume e quantità in base a pressione e temperatura, chiamata gazometro. Il terzo si dedica al calorimetro di Laplace per calore specifico e calorico in combustioni, respirazione e operazioni chimiche, vantando vantaggi già indicati nella prima parte. Il quarto espone strumenti per operazioni meccaniche come triturazione, porfirizzazione, setacciatura, lavaggio, filtrazione e decantazione. Il quinto contiene mezzi per separare o avvicinare molecole, con vasi per dissoluzione di sali, lisciviazione, evaporazione, cristallizzazione e distillazione semplice o in vasi chiusi.

Il sesto capitolo descrive apparati per distillazioni composte e pneumato-chimiche, inclusi quelli di Woulfe variati, per dissoluzioni metalliche, raccolta prodotti di fermentazioni vinosa e putrida, decomposizione dell'acqua, più una storia dei luti e loro usi. Il settimo dettagli apparati per fenomeni in combustioni di fosforo, carbone, oli, alcol, etere, gas idrogeno e ossidazione metalli, inclusa ricomposizione dell'acqua. L'ottavo tratta strumenti per alte temperature, fusione, crogioli, forni, teoria di costruzione e aumento del fuoco sostituendo aria atmosferica con gas ossigeno o aria vitale. Questi dettagli, pur descrittivi, sono utili per conoscenze poco note anche tra professori di chimica, e non solo aridi: illustrano usi, maneggi e fenomeni, illuminando la teoria generale.

Questa parte appare come storia degli apparati essenziali per la chimia moderna, indispensabili per progressi. Le tavole finali, incise con cura, e tabelle su pesi gas, specifici corpi, conversioni frazioni, correzioni per barometro e termometro, sono necessarie come logaritmi per matematici. L'opera merita approvazione della Société Royale de Médecine, adottata il 6 febbraio 1789, firmata da Horne, Fourcroy, Vicq d'Azyr.

L'estratto dai registri della Société Royale d'Agriculture del 5 febbraio 1789, redatto da Fourcroy e Cadet de Vaux, loda Lavoisier per contributi alla rivoluzione chimica pneumatica, memorie, fatti, esperimenti, apparati eleganti e teoria nuova. Il trattato serve studio ordinato e offre fatti classificati, viste su atmosfera, vegetazione, animalizzazione, applicabili all'agricoltura tramite analisi di terre, amendemens, engrais, spiegando fenomeni vegetali e emissioni di gas omicida e gas vitale. Riflette su nuova nomenclatura, fatti, metodo geometrico e teoria, contrapposti all'antica chimica misteriosa e charlatanesca, con termini come sel ammirabile di Glauber o doppio arcano di Stahl; serve lingua nuova per scienza nuova, con parole razionali che fissano idee, come zolfo, solfato, solfito, solfuro.

L'opera impone per esperimenti precisi, molti di Lavoisier, con analisi matematica che rende ricomposizione facile come decomposizione, superando limiti antichi su acqua e aria, ora sottomessi a doppia legge. La teoria poggia su fatti solidi, saggia nel fermarsi dove fatti mancano, a differenza dell'antica che spiegava tutto in modi diversi; fatti si incatenano, propositions étayées da esperimenti, riducendo a conseguenze proprie. Merita approvazione della Société Royale d'Agriculture per capitoli applicabili a fisica vegetale, certificato conforme il 6 febbraio 1789 da Broussonet. L'impressione è di Chardon, 1789, con note su correzioni: pagina 43, linee 4 e 9, copeaux leggere coupeaux; pagina 44, linea 9, figure 14 leggere fig. 14.