I Promessi Sposi - Lettura (22v)
//: 2025-10-19 16:53:13 +0200
//: t 1.0
Titolo 1: Il Rifiuto del Matrimonio e le Minacce
Didascalia: Il giovane Renzo affronta il rifiuto del curato e le minacce di un potente signorotto, in un contesto di carestia e ingiustizia.
Sommario
Il brano descrive l'incontro tra Renzo e don Abbondio, durante il quale il curato rifiuta di celebrare il matrimonio con Lucia. "Bravi, don Rodrigo, Renzo, viottole, rupi, fughe, inseguimenti, grida, schioppettate" suggerisce un'atmosfera di tensione e pericolo. Renzo, inizialmente fiducioso, si confronta con il rifiuto del curato, che adduce ragioni oscure e impedimenti. "La mente, appena risentita, ricorre all'idee abituali della vita tranquilla antecedente; ma il pensiero del nuovo stato di cose le si affaccia subito sgarbatamente" evidenzia il contrasto tra le aspettative di Renzo e la realtà del rifiuto.
Il curato, impaurito, tenta di giustificarsi con vaghe allusioni a "formalità" e "impedimenti". "Bisogna ben ch'io ne sappia qualche cosa, - disse Renzo, cominciando ad alterarsi" mostra la frustrazione e l'ira crescente del giovane. Renzo, sospettoso, cerca di scoprire la verità dietro il rifiuto, interrogando Perpetua, la serva di don Abbondio. "E quantunque quell'annata fosse ancor più scarsa delle antecedenti, e già si cominciasse a provare una vera carestia" sottolinea il contesto di difficoltà economica che rende il rifiuto ancora più insopportabile.
Alla fine, don Abbondio, sotto la minaccia di Renzo, rivela il nome del responsabile del rifiuto: don Rodrigo. "Si piglia gioco di me? - interruppe il giovine" rivela la crescente frustrazione di Renzo. La rivelazione apre la strada a un nuovo conflitto e a ulteriori pericoli per Renzo e Lucia.
//: t 2.1
Argomento Numero 2: Sommario del Blocco di Frasi
Didascalia:
Racconto di un incontro tra Renzo, Lucia e Agnese con un frate, dopo una serie di eventi che hanno portato alla decisione di cercare l'aiuto di un dottore.
Sommario:
Il blocco di frasi descrive un momento di disperazione e ricerca di aiuto dopo un evento traumatico. Lucia, spinta da un consiglio, aveva chiesto a Renzo di affrettare le nozze, ma la situazione si complica quando il curato viene minacciato. "M'ha detto che cercassi d'affrettar le nozze il più che potessi, e intanto stessi rinchiusa" (275). Renzo, in preda alla rabbia, si confronta con la situazione, ma Agnese lo convince a cercare l'aiuto del dottor Azzecca-garbugli. "Non bisogna poi spaventarsi tanto: il diavolo non è brutto quanto si dipinge" (288). Il dottore, però, si dimostra incomprensibile e frustrante, portando Renzo a cercare un'altra soluzione. "Vorrei sapere da lei che ha studiato" (303). La situazione si conclude con la decisione di cercare l'aiuto del padre Cristoforo, sperando in una soluzione per i loro problemi. "E questo ir-re-mis-si-bil-mente e con ogni rigore" (327).
//: t 3.2
Argomento 3: La Conversione di Lodovico e le Sue Conseguenze
Didascalia:
Un uomo, dopo aver commesso un omicidio, trova redenzione in un convento, ma il suo passato continua a perseguitarlo e a complicare la situazione.
Sommario:
Il testo narra la vicenda di Lodovico, coinvolto in un duello che lo porta a uccidere Cristoforo. “Un padre, il cui impiego particolare era d'assistere i moribondi, e che aveva spesso avuto a render questo servizio sulla strada, fu chiamato subito al luogo del combattimento.” Lodovico, tormentato dal rimorso e dalla compassione, decide di entrare in convento, sperando di espiare la sua colpa. “Fece chiamare il guardiano, e gli manifestò il suo desiderio.” Questa scelta, tuttavia, non risolve immediatamente il problema, poiché la famiglia di Cristoforo cerca vendetta. Per placare i suoi nemici e assicurare la sua sicurezza, Lodovico dona i suoi beni alla famiglia dell'ucciso e si fa frate cappuccino, assumendo il nome di Fra Cristoforo. “Il sospetto che la sua risoluzione fosse attribuita alla paura, l'afflisse un momento; ma si consolò subito, col pensiero che anche quell'ingiusto giudizio sarebbe un gastigo per lui, e un mezzo d'espiazione.” La sua conversione, sebbene apparentemente positiva, crea un intricato intreccio di interessi e obblighi, che lo porterà a confrontarsi con il fratello di Cristoforo, in un tentativo di ottenere il suo perdono e di trovare una via di pace. “Il volto e il contegno di fra Cristoforo disser chiaro agli astanti, che non s'era fatto frate, né veniva a quell'umiliazione per timore umano.”
//: t 4.3
Titolo 4: Strategie Matrimoniali e Segretezza
Didascalia:
Un piano rischioso per aggirare gli ostacoli al matrimonio, con l'intervento di figure chiave e un'atmosfera di segretezza e tensione.
Sommario:
Il blocco di frasi descrive un piano per aggirare gli ostacoli al matrimonio tra Renzo e Lucia, con l'intervento di Agnese e l'utilizzo di una strategia segreta. Agnese propone una soluzione alternativa, sostenendo che "se foste maritati, si sarebbe già un pezzo avanti?". Il piano prevede l'utilizzo di due testimoni e un curato "all'improvviso, che non abbia tempo di scappare", con l'obiettivo di "fare un matrimonio, ci vuole bensì il curato, ma non è necessario che voglia". La difficoltà risiede nel superare la resistenza del curato e nel mantenere segretezza, come evidenziato da Agnese: "bisogna aver due testimoni ben lesti e ben d'accordo".
Il piano è rischioso, come sottolineato da Lucia: "non bisogna farla", ma Renzo è determinato a procedere, guidato dalla speranza e dalla frustrazione per gli ostacoli incontrati. La discussione si intensifica con l'intervento di Agnese, che sottolinea la necessità di "fiducia in Dio" e di "non aver pensato a tutto". L'atmosfera di segretezza e la tensione sono palpabili, con riferimenti alla necessità di "non parlarne al padre Cristoforo, prima di far la cosa".
Il piano culmina con l'intervento del padre Cristoforo, che, pur esprimendo dubbi, lascia aperta la possibilità di un aiuto, suggerendo un "filo" per risolvere la situazione. Tuttavia, la discussione si conclude con un'ulteriore decisione di Renzo, che si impegna a perseguire il piano, nonostante le preoccupazioni di Lucia e Agnese.
//: t 5.4
Titolo: L'Inizio di un Intrigo: Don Abbondio e i Fratelli
La sequenza di eventi narrati descrive un'incursione notturna nell'abitazione di Don Abbondio, orchestrata da Tonio e Gervaso, con Renzo e Lucia come testimoni. L'azione si sviluppa tra un'atmosfera di segretezza e tensione, culminando in un confronto inaspettato e in una fuga precipitosa.
Didascalia:
Un'irruzione notturna, un confronto inaspettato e una fuga precipitosa: l'inizio di un intricato intreccio di eventi.
Sommario:
La narrazione si apre con l'ingresso furtivo di Tonio e Gervaso nella casa di Don Abbondio, dove vengono accolti con una reazione di sorpresa e apparente cordialità. "Deo gratias, - disse Tonio, a voce chiara" sottolinea l'immediata reazione di sollievo. La scena si evolve in un confronto formale, con Don Abbondio che si mostra esigente e diffidente. "Sicuro ch'è tardi: tardi in tutte le maniere" evidenzia la sua natura irascibile.
Il momento cruciale si verifica quando Renzo e Lucia vengono scoperti, scatenando il caos e la fuga di Don Abbondio. "Don Abbondio, vide confusamente, poi vide chiaro, si spaventò, si stupì, s'infuriò" descrive la sua reazione di panico. La situazione si complica ulteriormente con l'intervento di Menico e l'allarme generale. "Ma, fin dove arrivava lo sguardo, non appariva indizio di persona vivente" esprime la desolazione del momento.
La sequenza si conclude con l'arrivo del Griso e dei suoi complici, che culmina in un'azione di scoperta e di fuga, lasciando presagire ulteriori complicazioni. "Eppure, alla fin de' fatti, era l'oppresso" rivela la complessità delle dinamiche di potere in gioco.
//: t 6.5
Argomento 6: Il Racconto di Lucia e la Signora
Didascalia:
Un cavaliere prepotente, una fuga, un ricovero in un monastero: il mistero che avvolge Lucia e la sua famiglia.
Sommario:
Il racconto si apre con una richiesta di informazioni dettagliate sul caso di una giovane, Lucia, da parte di una figura autorevole. “Ma, - continuò; - mi dica un po' più particolarmente il caso di questa giovine, per veder meglio cosa si possa fare per lei.” La situazione di Lucia è descritta come una fuga da "gravi pericoli" e la necessità di un rifugio sicuro. “Essa ha dovuto partir di nascosto dal suo paese, per sottrarsi a de' gravi pericoli; e ha bisogno, per qualche tempo, d'un asilo nel quale possa vivere sconosciuta, e dove nessuno ardisca venire a disturbarla, quand'anche…” Si rivela che Lucia è stata perseguitata da un cavaliere prepotente, che ha costretto la giovane a fuggire. “un cavalier prepotente, dopo aver perseguitata qualche tempo questa creatura con indegne lusinghe, vedendo ch'erano inutili, ebbe cuore di perseguitarla apertamente con la forza, di modo che la poveretta è stata ridotta a fuggir da casa sua.” La madre di Lucia, Agnese, interviene per difendere la figlia, ma viene interrotta dalla signora, che mostra un atteggiamento ambiguo e un interesse per la storia. “Lei sa che noi altre monache, ci piace di sentir le storie per minuto.” La signora rivela un passato misterioso e un'educazione insolita, suggerendo che la sua apparente rigore nasconde un lato più complesso. “Era verecondia? Chi avesse osservata una rapida espressione di dispetto che accompagnava quel rossore, avrebbe potuto dubitarne; e tanto più se l'avesse paragonato con quello che di tanto in tanto si spandeva sulle gote di Lucia.” Il racconto si conclude con una promessa di aiuto e un accenno a una storia antecedente che spieghi il comportamento della signora. “In somma do la cosa per fatta.”
//: t 7.6
Argomento 7: Analisi di un Blocco di Frasi
Didascalia:
Un'analisi del percorso di Gertrudina, dalla sua infanzia alla sua accettazione nel monastero, con particolare attenzione alle dinamiche familiari e alle pressioni sociali.
Sommario:
Il blocco di frasi descrive l'infanzia di Gertrudina, segnata da un'educazione volta a prepararla alla vita monastica, con il padre che le impone un comportamento adeguato al suo futuro ruolo. "Era un'idea sottintesa e toccata incidentemente, in ogni discorso che riguardasse i suoi destini futuri." Questo percorso è ulteriormente influenzato dalla sua collocazione nel monastero, dove viene trattata con distinzioni e carezze per incoraggiarla a scegliere la vita monastica. "Gertrude, appena entrata nel monastero, fu chiamata per antonomasia la signorina" Tuttavia, la sua ribellione e il desiderio di libertà emergono, portando a un conflitto interiore e a una serie di eventi che culminano nella sua accettazione finale nel monastero. "Ma quando questa passione fu stuzzicata da idee tanto più omogenee ad essa, si gettò su quelle, con un ardore ben più vivo e più spontaneo" La sua decisione finale è influenzata dalla pressione familiare e dalla sua stessa ricerca di perdono e accettazione. "Avete preso il solo partito onorevole, conveniente, che vi rimanesse"
//: t 8.7
Titolo: La Vocazione di Gertrude: Un Sommario
Didascalia:
La storia della vocazione forzata di Gertrude, figlia di un principe, e delle dinamiche familiari che la circondano.
Il testo descrive il processo attraverso il quale Gertrude viene spinta a prendere i veli, nonostante la sua riluttanza. Il principe, il padre di Gertrude, insiste affinché prenda i voti religiosi, e la madre e il fratello la sostengono. Gertrude è inizialmente riluttante, ma viene convinta attraverso pressioni e promesse di distinzioni nel monastero. Il testo esplora le dinamiche familiari e sociali che influenzano la decisione di Gertrude, con il padre che esercita un'influenza dominante.
Sommario:
Il testo narra la storia di Gertrude, una giovane donna costretta a prendere i voti religiosi contro la sua volontà. "È risoluta, m'ha fatto intendere che è risoluta di prendere il velo", rivela il padre, sottolineando la pressione esercitata su di lei. La famiglia la accoglie con entusiasmo, promettendole onori e privilegi nel monastero. "Parlò delle distinzioni di cui goderebbe nel monastero e nel paese", evidenziando la natura coercitiva della sua vocazione.
Il testo prosegue con la descrizione delle pressioni sociali e familiari che Gertrude subisce, con il padre che cerca di convincerla ad accettare il suo destino. "Bisogna però confessare che anche lei s'è portata benone, e ha fatto vedere che non sarà impicciata a far la prima figura", commenta il principe, sottolineando la sua determinazione a far rispettare la sua volontà. Gertrude lotta con i suoi sentimenti, oscillando tra la resistenza e la sottomissione. "La sposina ebbe da dire e da fare a rispondere a' complimenti che le fioccavan da tutte le parti", rivela la sua difficoltà nel gestire le aspettative esterne.
Il testo esplora anche l'impatto psicologico di questa situazione su Gertrude, con la sua lotta interiore e il suo desiderio di libertà. "Avrebbe desiderato riposar l'animo da tante commozioni", esprime il suo desiderio di pace interiore. La sua storia è un esempio di come le dinamiche familiari e le pressioni sociali possano influenzare le scelte individuali, anche quando queste sono in conflitto con i desideri personali. "E in questo tempo, vi siete fatta onore", esorta il padre, sottolineando l'importanza di conformarsi alle aspettative esterne.
//: t 9.8
Titolo: Il Piano Fallito e le Sue Conseguenze
Didascalia:
Un'analisi dettagliata del fallimento di un'operazione segreta, con un focus sulle reazioni dei protagonisti e sulle conseguenze che ne derivano.
Sommario:
Il testo descrive le conseguenze di un piano fallito, con i bravi che tornano al palazzo di don Rodrigo, delusi e frustrati. "Come un branco di segugi, dopo aver inseguita invano una lepre, tornano mortificati verso il padrone, co' musi bassi, e con le code ciondoloni". Don Rodrigo, inizialmente sicuro delle sue precauzioni, rivela un'inquietudine crescente, manifestata da riflessioni sul possibile ruolo di un informatore e sulla necessità di proteggere il suo onore. "Vorrei un po' sapere chi sarà quel voglioso che venga quassù a veder se c'è o non c'è una ragazza".
Il racconto si concentra poi sulle reazioni dei personaggi coinvolti, tra cui il Griso, che si dimostra fedele ma anche risentito, e l'importanza di mantenere il segreto. "Via, via, niente paura. Come rimarrà Attilio, domattina!". Don Rodrigo, nonostante la frustrazione, cerca di mantenere il controllo e di pianificare le prossime mosse, con l'aiuto del conte Attilio. "Anche a Milano? Chi si cura di costoro a Milano? Chi gli darebbe retta?".
Il testo esplora anche la complessità delle relazioni tra i personaggi, con don Rodrigo che si preoccupa della sua reputazione e del suo potere. "Avrà tanta paura di trovarsi qui sola, in mezzo a costoro, a queste facce, che... il viso più umano qui son io, per bacco... che dovrà ricorrere a me, toccherà a lei a pregare; e se prega". Il finale lascia presagire ulteriori sviluppi e una ricerca di vendetta nei confronti di chi è ritenuto responsabile del fallimento del piano. "Quel frate birbante! Quel frate me la pagherà".
//: t 10.9
Titolo 10: Definizione e Delimitazione di un Blocco di Testo
Didascalia: Analisi di un estratto narrativo, con particolare attenzione alla struttura e alle dinamiche dei personaggi.
Il testo presenta un estratto narrativo complesso, focalizzato su un segreto e le sue conseguenze. L'analisi si concentra sulla definizione di un blocco di testo omogeneo, identificando le frasi che lo compongono e delineando la sua struttura.
Sommario:
Il testo analizza un intricato intreccio di segreti e conseguenze, che inizia con la promessa di protezione ("Quattro scudi subito, e la mia protezione per sempre") e si sviluppa attraverso una rete di personaggi e relazioni. La comunicazione di un segreto, inizialmente affidata a un amico fidato ("una delle più gran consolazioni di questa vita è l'amicizia"), si propaga in una catena, portando a conseguenze inattese ("il segreto gira e gira per quell'immensa catena, tanto che arriva all'orecchio di colui o di coloro a cui il primo che ha parlato intendeva appunto di non lasciarlo arrivar mai").
La narrazione descrive le azioni di don Rodrigo, che invia il Griso a Monza per ottenere informazioni ("spedire immantinente il Griso a Monza, per aver più chiare notizie di Lucia"), e le reazioni del Griso, che esprime preoccupazioni per la propria sicurezza ("io son pronto a metterci la pelle per il mio padrone: è il mio dovere; ma so anche che lei non vuole arrischiar troppo la vita de' suoi sudditi").
Il testo esplora anche il conflitto interiore di Renzo, che oscilla tra la rabbia e la speranza ("in quel viaggio, ebbe ammazzato in cuor suo don Rodrigo, e risuscitatolo, almeno venti volte"). Infine, la narrazione si conclude con l'incontro tra Renzo e un viandante, che indica la strada verso il convento de' cappuccini ("Saprebbe insegnarmi la strada più corta, per andare al convento de' cappuccini dove sta il padre Bonaventura?").
//: t 11.10
Argomento 1: L'Arrivo di Ferrer e del Vicario
Descrizione
Il testo descrive l'arrivo di Ferrer e del vicario in un contesto di folla e disordini, attraverso una serie di manovre e interventi per creare un percorso sicuro.
Sommario
Il testo narra l'arrivo di Ferrer e del vicario, preceduto da una serie di preparativi e manovre per gestire la folla. Ferrer, con l'aiuto di ausiliari, riesce a raggiungere la casa, ma il percorso è costellato di difficoltà e opposizioni. "abbondanza, abbondanza" indica l'entusiasmo iniziale, mentre "in prigione, in prigione" suggerisce una situazione di tensione e conflitto. La folla viene divisa e spinta indietro per creare uno spazio per la carrozza, "tanto che, tra la porta e la carrozza, che vi si fermò davanti, v'era un piccolo spazio voto" e Ferrer, dopo aver salutato la folla, entra in terra tra acclamazioni. Il vicario, inizialmente nascosto, viene poi rivelato, "la folla, da una parte e dall'altra, stava tutta in punta di piedi per vedere" e Ferrer continua a parlare, "pane e giustizia" e "sarebbe in fatti rimasta presa tra i battenti" evidenziando la sua missione. Il testo si conclude con la partenza della carrozza, "la parte della strada che rimaneva da farsi, poteva parer la più difficile e la più pericolosa" e con Ferrer che continua a parlare, "sì, signori; pane e giustizia" e "sì, sì; io sono un galantuomo, amico del popolo" esprimendo i suoi ideali.
//: t 12.11
Titolo 12: Un Sommario
Didascalia
Un incontro inatteso, un'osteria, e un pane rubato: un racconto di inganni e giustizia.
Sommario
Il testo descrive un incontro inaspettato tra Renzo e un sconosciuto, che lo conduce in un'osteria. Durante il pranzo, Renzo si trova coinvolto in un'atmosfera di tensione e sospetto, con un pane rubato e un'osteria piena di persone. Il testo rivela anche un'analisi del comportamento umano, con un'attenzione particolare all'importanza del giudizio e della prudenza.
Frasi Chiave
- "Di che cosa? - diceva colui: - una mano lava l'altra, e tutt'e due lavano il viso."
- "Non per sapere i fatti vostri; ma voi mi parete molto stracco: da che paese venite?"
- "Ho dello stufato: vi piace?"
- "Viva il pane a buon mercato!"
- "E subito, divorati tre o quattro bocconi di quel pane, gli mandò dietro un secondo bicchier di vino."
- "Però, - soggiunse, - se venite a bere un bicchiere con me, mi fate piacere."
- "Quando questa faccia avrà fatto andare in galera il signor don... basta, lo so io; come dice in un altro foglio di messale compagno a questo; quando avrà fatto in maniera che un giovine onesto possa sposare una giovine onesta che è contenta di sposarlo, allora le dirò il mio nome a questa faccia; le darò anche un bacio per di più."
- "Non è ch'io l'abbia, come si suol dire, sgraffignato."
- "E subito, divorati tre o quattro bocconi di quel pane, gli mandò dietro un secondo bicchier di vino."
- "Però, - soggiunse, - se venite a bere un bicchiere con me, mi fate piacere."
//: t 13.12
Titolo 13: Il Viaggio di Renzo
Didascalia:
Un viaggio inaspettato, segnato da riflessioni e preoccupazioni, porta Renzo a superare un ostacolo e a cercare rifugio presso un cugino.
Sommario:
Il testo descrive il viaggio di Renzo, iniziato in circostanze drammatiche e segnato da un profondo senso di smarrimento. “E quella povera Agnese, come l'avrebbe potuta dimenticare?” sottolinea il dolore e la preoccupazione per la persona cara lasciata indietro. Il viaggio è costellato da pensieri contrastanti e dalla ricerca di conforto nella fede: “Quel che Dio vuole - rispondeva ai pensieri che gli davan più noia: - quel che Dio vuole.” Renzo supera un ostacolo con l'aiuto di un pescatore, un uomo che si adatta a diverse situazioni per evitare conflitti. “Perché la così pronta e discreta cortesia di costui verso uno sconosciuto non faccia troppo maravigliare il lettore, dobbiamo informarlo che quell'uomo, pregato spesso d'un simile servizio da contrabbandieri e da banditi, era avvezzo a farlo.” Il viaggio continua attraverso paesaggi suggestivi, ma anche attraverso la sofferenza di persone che Renzo incontra lungo il cammino, alimentando la sua preoccupazione per il futuro e la speranza nel sostegno del cugino. “Basta; quel che Dio vuole.”
//: t 14.13
Titolo: Vita e Opere di Federigo Borromeo (Argomento n. 14)
La presente parte del testo descrive la vita e le opere di Federigo Borromeo, concentrandosi sulla sua ricerca di semplicità e povertà, la sua resistenza alle pressioni sociali e religiose, e il suo impegno verso gli altri.
Sommario
Il testo descrive la vita di Federigo Borromeo, caratterizzata da una costante ricerca di semplicità e povertà, come evidenziato dalla frase: "Volle una tavola piuttosto povera che frugale, usò un vestiario piuttosto povero che semplice" (2804). Nonostante le pressioni per conformarsi alle aspettative sociali e religiose, Federigo si oppose a queste, come dimostra la sua resistenza agli istitutori che cercavano di imporre un'immagine più signorile: "Federigo, non che lasciarsi vincere da que' tentativi, riprese coloro che li facevano" (2805).
Federigo si distinse anche per la sua avversione alle dignità ecclesiastiche, preferendo un servizio umile e disinteressato: "Ma egli, persuaso in cuore di ciò che nessuno il quale professi cristianesimo può negar con la bocca, non ci esser giusta superiorità d'uomo sopra gli uomini, se non in loro servizio" (2807). Nonostante le proposte, come quella dell'arcivescovado di Milano, Federigo rifiutò, dimostrando una profonda umiltà e un desiderio di evitare ambizioni personali: "Perciò, venendogli, nel 1595, proposto da Clemente VIII l'arcivescovado di Milano, apparve fortemente turbato, e ricusò senza esitare" (2808).
La sua eredità è testimoniata dalla biblioteca ambrosiana, un'istituzione che promuoveva l'accesso alla conoscenza e l'istruzione: "Per queste, poté trovar professori già formati; per il rimanente, abbiam visto che da fare gli avesse dato la raccolta de' libri e de' manoscritti" (2814). Federigo si impegnò a fornire un ambiente di apprendimento aperto e inclusivo: "Prescrisse al bibliotecario che mantenesse commercio con gli uomini più dotti d'Europa, per aver da loro notizie dello stato delle scienze, e avviso de' libri migliori che venissero fuori in ogni genere, e farne acquisto" (2816).
La sua vita fu caratterizzata da una generosità e una carità senza limiti, come dimostra l'episodio in cui donò quattromila scudi a una giovane per evitare che fosse costretta a diventare monaca: "Avendo risaputo che un nobile usava artifizi e angherie per far monaca una sua figlia, la quale desiderava piuttosto di maritarsi, fece venire il padre; e cavatogli di bocca che il vero motivo di quella vessazione era il non avere quattromila scudi che, secondo lui, sarebbero stati necessari a maritar la figlia convenevolmente, Federigo la dotò di quattromila scudi" (2823).
//: t 15.14
Argomento 15: Il Coraggio e la Carità
Didascalia:
Un esame approfondito della forza interiore e della responsabilità morale, in un contesto di difficoltà e incertezza.
Sommario:
Il testo presenta una discussione sulla necessità del coraggio e della carità di fronte alle avversità. Si sottolinea che il vero coraggio non è la forza fisica, ma la capacità di agire secondo i propri principi, anche quando ciò comporta rischi e difficoltà. "Chi pretende da voi che vinciate la forza con la forza? Certo non vi sarà domandato, un giorno, se abbiate saputo fare stare a dovere i potenti". Il testo evidenzia l'importanza di prepararsi ai momenti difficili, "Conoscendo la vostra debolezza e i vostri doveri, avete voi pensato a prepararvi ai passi difficili a cui potevate trovarvi?", e di agire con carità e compassione verso gli altri, "L'amore è intrepido". Si discute anche della responsabilità morale di fronte alle ingiustizie, "Avete ubbidito all'iniquità, non curando ciò che il dovere vi prescriveva", e della necessità di cercare la guida divina per superare le difficoltà. "Amare, figliuolo; amare e pregare". Infine, si riflette sulla fragilità umana e sulla speranza di redenzione, "Ma quando saprete che ho promesso alla Madonna... ha sempre avuto il timor di Dio".
//: t 16.15
Titolo 16: Analisi di un Blocco Testuale
Didascalia:
Raccolta di eventi e dinamiche sociali e politiche, con particolare attenzione alla comunicazione e alle relazioni interpersonali.
Sommario:
Il blocco di frasi descrive una situazione politica complessa, in cui il protagonista si trova ad affrontare difficoltà e incertezze. "Il duca di Savoia era entrato, dalla sua parte, nel Monferrato; don Gonzalo aveva messo, con gran voglia, l'assedio a Casale", evidenziando l'inizio di un'impresa concertata. La mancanza di supporto e l'interferenza degli alleati creano tensioni e frustrazioni, come dimostra la citazione "L'alleato l'aiutava troppo: voglio dire che, dopo aver presa la sua porzione, andava spilluzzicando quella assegnata al re di Spagna".
La comunicazione e la gestione delle informazioni giocano un ruolo cruciale, con il protagonista che cerca di mantenere un'immagine di sicurezza, "Un buon mezzo è di fare il disgustato, di querelarsi, di reclamare", e di gestire le relazioni con i veneziani. La sedizione di Milano e la fuga di Renzo introducono un elemento di crisi e di incertezza, "In questi frangenti ricevette la nuova della sedizione di Milano, e ci accorse in persona".
La comunicazione tra Renzo e Agnese è ostacolata dalla sua incapacità di scrivere, "Il poverino non sapeva scrivere, e neppur leggere, nel senso esteso della parola", e dalla necessità di trovare un intermediario fidato, "un uomo che sapesse tener la penna in mano, e di cui uno si potesse fidare". Il carteggio che ne risulta è lento e inaffidabile, "un carteggio, né rapido né regolare, ma pure, a balzi e ad intervalli, continuato", riflettendo le difficoltà di comunicazione in un'epoca pre-moderna.
Il blocco di frasi esplora anche le dinamiche familiari e sociali, con particolare attenzione al ruolo di donna Prassede, "una guerra, anzi cinque guerre, coperte, gentili, fino a un certo segno, ma vive e senza tregua", e al rapporto tra don Ferrante e la moglie, "un uomo fisso nelle sue idee, un letterato".
//: t 17.16
Titolo 17: Analisi di un Blocco Testuale
Didascalia:
Un'analisi dettagliata di un blocco di testo, con particolare attenzione alla definizione e delimitazione delle frasi che lo compongono.
Sommario:
Il testo descrive un periodo di crisi e disordini in Milano, caratterizzato da carestia, tentativi governativi di controllo e disordini pubblici. Inizialmente, la situazione sembra migliorare con l'abbondanza di pane, ma questa è effimera e presto seguita da eventi più gravi. L'intervento del governo, con misure drastiche come la limitazione dell'acquisto di pane e riso, genera ulteriori tensioni. La situazione si aggrava con l'arrivo di un esercito invasore, che porta saccheggi e distruzioni. La popolazione, inizialmente spaventata, reagisce con disperazione e ribellione, mentre figure come Don Gonzalo cercano di mantenere il controllo. La descrizione è arricchita da citazioni dirette, come "un turbine vasto, incalzante, vagabondo", che illustrano la violenza degli eventi, e "un'inquietudine, un presentimento che la cosa non avesse a durare", che riflette la precarietà della situazione. La narrazione culmina con l'arrivo dell'esercito invasore, che porta saccheggi e distruzioni, e con la reazione disperata della popolazione.
//: t 18.17
Titolo: La Peste a Milano: Cronache e Memorie
Didscalia:
La peste che colpì Milano nel 1630, un evento che segnò profondamente la città, con un'analisi delle relazioni contemporanee e un'indagine sulle cause e le conseguenze della calamità.
Sommario:
Il testo presenta un'analisi della peste che colpì Milano, esaminando le relazioni contemporanee e le loro limitazioni. "In ognuna di queste relazioni... sono omessi fatti essenziali, che son registrati in altre" (3746). Si sottolinea la necessità di confrontare diverse fonti per ricostruire gli eventi, evidenziando come la peste abbia invaso e spopolato una parte d'Italia. "Condotti dal filo della nostra storia, noi passiamo a raccontar gli avvenimenti principali di quella calamità" (3745).
Il testo analizza le reazioni della popolazione, segnate dalla paura e dalla diffidenza, e le misure adottate dalle autorità, spesso tardive e inefficaci. "E mentre si compilaua la grida... ne diede anticipatamente qualche ordine sommario a' gabellieri" (3758). Si descrivono anche le accuse di untori e le superstizioni che alimentarono il panico. "Si disse che, in una casa di campagna... si componeva veleno" (3894).
Il racconto si concentra sulla figura di Lodovico Settala, un medico che cercò di contrastare la peste, ma che fu oggetto di diffidenza e persino di aggressioni. "E per ciò che, lasciando intero il biasimo, scema la maraviglia di quella sua condotta" (3848). Il testo si conclude con un'analisi delle conseguenze della peste e delle difficoltà incontrate dalle autorità nel gestire l'emergenza. "Bisognava ogni giorno sostituire, ogni giorno aumentare serventi pubblici" (3873).
//: t 19.18
Titolo 19: Incontro e Disillusione
Didascalia:
Renzo e Agnese si recano a casa di Don Abbondio, dove vengono accolti con freddezza e disillusione.
Sommario:
Il testo descrive un incontro tra Renzo e Don Abbondio, segnato da un'atmosfera di tensione e disillusione. "Non mi riconosci?", chiede Renzo, ma Don Abbondio risponde con un'osservazione criptica, "A chi la tocca, la tocca", che lascia Renzo perplesso. “Ed ecco spuntar da una cantonata, e venire avanti una cosa nera, che riconobbe subito per don Abbondio”, sottolinea l'impatto dell'incontro.
Il dialogo rivela un quadro desolante: Agnese è a Pasturo, il padre Cristoforo è andato via, e molti sono morti. “È a Milano, se pure è ancora in questo mondo”, esprime la preoccupazione per la sorte di Lucia. Don Abbondio, con il suo atteggiamento distaccato, sembra più interessato a proteggere se stesso che a offrire conforto.
Renzo visita la sua vigna, trovandola invasa da erbacce e abbandono. “Era una marmaglia d'ortiche, di felci, di logli, di gramigne, di farinelli, d'avene salvatiche, d'amaranti verdi, di radicchielle, d'acetoselle, di panicastrelle e d'altrettali piante”, descrive la desolazione del luogo. La sua speranza di trovare conforto e risposte si infrange contro la realtà, lasciandolo tristo e scontento.
//: t 20.19
Titolo 20: La Descrizione del Lazzeretto
Didascalia:
Un resoconto dettagliato del percorso di Renzo attraverso il lazzeretto, con particolare attenzione all'ambiente e alle persone che incontra.
Sommario:
Il testo descrive il percorso di Renzo attraverso il lazzeretto di Milano, un luogo affollato e desolante. La descrizione è caratterizzata da un'atmosfera opprimente, con un brulichio di persone malate e la presenza di figure come cappuccini e secolari che si dedicano all'assistenza. "Era uno di que' tempi, in cui... la natura, come immota al di fuori, e agitata da un travaglio interno, par che opprima ogni vivente", sottolinea l'atmosfera di sofferenza e disperazione che pervade il luogo. Renzo, guidato dalla speranza di trovare Lucia, si muove tra le capanne, osservando scene di sofferenza e disperazione. "Altre donne più attempate attendevano ad altri servizi", descrive la varietà di figure che si prendono cura dei malati. L'incontro con il padre Cristoforo, un frate che si è dedicato all'assistenza dei malati, offre un momento di conforto a Renzo, ma anche un'immagine della sofferenza e della dedizione che caratterizzano il lazzeretto. "Il portamento curvo e stentato; il viso scarno e smorto", rivela l'impatto emotivo del luogo e la sua influenza sulle persone che vi lavorano. Il testo si conclude con la speranza di Renzo di trovare Lucia, un'immagine di speranza e di redenzione in un ambiente altrimenti dominato dalla sofferenza e dalla disperazione.
//: t 21.20
Argomento 21: Un Incontro Tra Dolore e Speranza
Didascalia:
Un dialogo intenso e commovente tra Lucia, Renzo e Padre Cristoforo, segnato da promesse, rimpianti e un barlume di speranza per il futuro.
Sommario:
Il testo descrive un incontro carico di emozioni tra Lucia, Renzo e Padre Cristoforo, dopo un periodo di sofferenza e separazione. Lucia esprime il suo dolore e la sua incertezza, mentre Renzo cerca di trovare conforto e una via d'uscita. Padre Cristoforo interviene con saggezza, offrendo conforto spirituale e sciogliendo un voto che aveva imprigionato Lucia. "E, come chi non ha più altro da dire, né vuol sentir altro, come chi vuol sottrarsi a un pericolo, si ritirò ancor più vicino al lettuccio, dov'era la donna di cui aveva parlato." Questa scena è segnata da un profondo senso di perdita e dalla ricerca di una speranza che possa portare a una nuova vita. "Ma, se ha parlato così, è perché lui non sa..." Il testo suggerisce anche temi di fede, perdono e la capacità di trovare conforto nella comunità e nella spiritualità. "E se poi questa fosse una scusa; se è ch'io vi sia venuto in odio... ditemelo..."
//: t 22.21
Titolo 22: La Morte di un Uomo e le Sue Conseguenze
Didascalia:
Un'analisi delle reazioni e delle conseguenze della morte di un personaggio influente, con particolare attenzione alle implicazioni sociali e alle dinamiche di potere.
Sommario:
Il blocco di frasi descrive la reazione di un gruppo di persone alla notizia della morte di un uomo potente, che viene percepito come un "flagello" per la comunità. La sua scomparsa porta a un senso di liberazione e alla speranza di un futuro migliore. "E stata un gran flagello questa peste; ma è anche stata una scopa; ha spazzato via certi soggetti, che, figliuoli miei, non ce ne liberavamo più" Il testo rivela anche un'aspettativa di cambiamento e una riflessione sulla giustizia divina. "Vedete, figliuoli, se la Provvidenza arriva alla fine certa gente" Inoltre, si discute del futuro dei protagonisti, con una promessa di matrimonio e una discussione sulla necessità di una dispensa per la cattura di Renzo. "Se volete che vi mariti io, son qui; se vi torna più comodo in altra maniera, fate voi altri" Infine, il testo introduce una serie di riflessioni sulla natura del potere, sulla corruzione e sulla necessità di un cambiamento sociale. "E poi la peste! la peste! ha dato di bianco a di gran cose la peste!"