logged-posts

Hannah Arendt - Origine del Totalitarismo - Argomenti (10)

Le Origini del Totalitarismo - Imperialismo

Esplora le dinamiche e i fattori che portano alla nascita e alla natura del totalitarismo nel contesto di un'epoca di imperialismo.

Questo testo analizza le origini del totalitarismo, concentrandosi su come l'imperialismo abbia contribuito a creare le condizioni per la sua nascita e sviluppo. L'opera esamina l'evoluzione di fenomeni come l'antisemitismo e il radicalismo politico, mettendo in luce come l'assenza di un'azione deterministica e la perdita del senso comune possano portare all'abbandono di considerazioni etiche e all'adozione di programmi di massiccio genocidio. “The radicalization began immediately at the outbreak of war; one may even surmise that one of Hitler’s reasons for provoking this war was that it enabled him to accelerate the development in a manner that would have been unthinkable in peacetime.”

L'analisi evidenzia come le nuove forme di governo, in grado di manipolare la massa attraverso la propaganda, abbiano trasformato l'azione politica, portando a un'assenza di senso comune e alla capacità di manipolare i processi logici. “The coercive force of the argument is: if you refuse, you contradict yourself and, through this contradiction, render your whole life meaningless.”

L'opera sottolinea anche come il comportamento delle persone, come l'identificazione con il movimento, porti alla distruzione della capacità di fare esperienza. “But within the organizational framework of the movement, so long as it holds together, the fanaticized members can be reached by neither experience nor argument.”

Le origini del totalitarismo sono, quindi, profondamente intrecciate con l'evoluzione storica e l'esperienza umana, e richiedono un'analisi attenta e complessa.

Note


Il Declino dello Stato-Nazione

Disintegrazione dello stato-nazione e la sua relazione con classi sociali, ideologie e fattori economici, come emerge da una serie di frasi.

Il testo esamina come fattori come l'industrializzazione, il capitalismo, e le dinamiche di classe abbiano contribuito alla destabilizzazione dello stato-nazione. Si concentra in particolare su come il potere economico e gli interessi personali abbiano minato la responsabilità politica e il senso civico. "The competitive and acquisitive society of the bourgeoisie had produced apathy and even hostility toward public life not only, and not even primarily, in the social strata which were exploited and excluded from active participation in the rule of the country, but first of all in its own class." Il testo sottolinea anche il ruolo delle ideologie e della propaganda nel plasmare la percezione pubblica e nel destabilizzare ulteriormente lo stato. "The success of totalitarian propaganda, however, does not rest so much on its demagoguery as on the knowledge that interest as a collective force can be felt only where stable social bodies provide the necessary transmission belts between the individual and the group." L'analisi esplora ulteriormente le conseguenze di queste dinamiche, tra cui l'emergere di movimenti totalitari e l'erosione della responsabilità individuale. "The fully developed class system meant invariably that the status of the individual was defined by his membership in his own class and his relationship to another, and not by his position in the state or within its machinery." Si pone l'accento sul modo in cui lo stato-nazione è stato trasformato da un'istituzione che promuoveva il benessere collettivo a uno strumento per la protezione degli interessi privati. "If, furthermore, the steady growth of the modern mob – that is, of the déclassés of all classes – produced leaders who, undisturbed by the question of whether the Jews were sufficiently important to be made the focus of a political ideology, repeatedly saw in them the ‘key to history’ and the central cause of all evils."

Note


L'Evoluzione del Ruolo Economico e Sociale degli Ebrei in Europa (1700-1900)

Analisi storica dell'evoluzione del ruolo economico e sociale degli ebrei in Europa, passando dai cortai ai banchieri e alle conseguenze politiche e sociali di questo cambiamento.

Il tema centrale è l'evoluzione del ruolo economico e sociale degli ebrei in Europa tra il 1700 e il 1900, un periodo segnato da transizioni significative e contraddizioni. L'argomento non esplora l'identità ebraica in senso religioso, ma piuttosto il loro ruolo economico e le loro relazioni con i poteri statali.

La trasformazione cruciale iniziò nel XVII secolo, quando la dispersione degli ebrei dovuta alla guerra dei Trent'anni permise a piccoli prestatori di fornire provviste agli eserciti mercenari, "garantendo i necessari approvvigionamenti ai mercenari delle guerre lontane" e accumulando ricchezza. Successivamente, questo sviluppo portò alla nascita di "corti ebrei", individui con legami europei e credito a loro disposizione, che non formavano un'entità finanziaria internazionale, ma erano spesso figure di spicco, "sempre individui che avevano connessioni intereuropee e credito intereuropeo a loro disposizione." La loro posizione privilegiata fu discussa apertamente, con testimonianze che enfatizzavano l'importanza dei loro servizi allo stato, "con la franchezza con cui il loro status privilegiato e il diritto ad esso erano discussi, e la premurosa testimonianza delle autorità sull’importanza dei loro servizi allo stato." Questo cambiamento fu segnato anche da un'evoluzione nella loro posizione: inizialmente, "i cortai ebrei erano unici nella loro posizione, ma poi questa posizione è stata estesa a una classe più ampia di persone" L'ascesa della famiglia Rothschild segnò una svolta, con il loro coinvolgimento nel finanziamento di monarchie e la creazione di una rete bancaria europea. Ciò portò a un aumento della loro influenza e a un cambiamento nella loro immagine, passando da prestatori a consiglieri finanziari, "la loro posizione privilegiata è stata estesa a una classe più ampia di persone" Un elemento importante è la reazione degli ebrei alla rivoluzione francese, che portò alla creazione di stati moderni che richiedevano una quantità maggiore di capitale, "Dopo la rivoluzione francese, che ha cambiato bruscamente le condizioni politiche in tutto il continente europeo, sono emersi stati moderni" Durante il periodo, l'antisemitismo ha assunto diverse forme, che hanno oscillato tra la discriminazione e la repressione, spesso a causa dell'influenza economica degli ebrei. "L'antisemitismo ha assunto diverse forme, che hanno oscillato tra la discriminazione e la repressione" Il ruolo degli ebrei come intermediari finanziari era essenziale per il successo economico degli stati europei, ma ciò ha portato anche a tensioni sociali e politiche. "Il ruolo degli ebrei come intermediari finanziari era essenziale per il successo economico degli stati europei, ma ciò ha portato anche a tensioni sociali e politiche"

Note:


L'Identità Ebraica nell'Alta Società Europea

Analisi delle dinamiche sociali e psicologiche che hanno influenzato l'integrazione degli ebrei nell'alta società europea, con particolare attenzione al ruolo di figure come Benjamin Disraeli.

Il testo esamina il complesso rapporto tra la comunità ebraica e l'alta società europea, rivelando come la ricerca di accettazione e integrazione abbia portato a paradossi psicologici e sociali. La figura di Benjamin Disraeli emerge come un esempio emblematico, il cui successo è legato alla sua capacità di sfruttare l'interesse della società per l'esotico e il diverso.

La società, costantemente alla ricerca di elementi strani e pericolosi, finisce per identificare il raffinato con il mostruoso, creando un ambiente dove un ebreo poteva prosperare enfatizzando la sua "diversità" ("He cared for admission to high and highest society more passionately and shamelessly than any other Jewish intellectual did; but he was the only one of them who discovered the secret of how to preserve luck, that natural miracle of pariahdom..."). Questa dinamica si manifesta anche nel processo di secolarizzazione, che porta a un "chauvinismo ebraico" paradossale ("Secularization, therefore, finally produced that paradox, so decisive for the psychology of modern Jews...") e nella preferenza per individui che incarnano l'eccezionalità piuttosto che l'integrazione ("If Jewishness as exceptionalness was the reason for admitting Jews, then those were preferred who were clearly ‘a solid troop, homogeneous within itself and utterly dissimilar to the people who watched them go past’...").

Note:


Il Caso Dreyfus: Un'Analisi Sociopolitica

La vicenda del Caso Dreyfus, un evento cruciale nella storia francese, si rivela un intricato intreccio di pregiudizi antisemiti, errori giudiziari, manipolazioni politiche e conflitti sociali.

Il Caso Dreyfus, nato da un errore giudiziario che ha portato alla condanna ingiusta di un ufficiale ebreo, è stato un evento cruciale che ha rivelato le profonde divisioni all'interno della società francese. Il sommario del Caso Dreyfus include:

Note


Imperialismo Continentale

Espansione territoriale e ideologie nel contesto europeo.

L'argomento analizza la comparsa di un nuovo tipo di imperialismo in Europa centrale e orientale, focalizzato sull'espansione continentale piuttosto che coloniale, e le implicazioni economiche e sociali che ne derivano. L'analisi si concentra su come questa forma di imperialismo si differenziasse dalle precedenti, con particolare attenzione alle motivazioni e alle conseguenze per diverse popolazioni e nazioni coinvolte.

L'argomento esplora come le nazioni dell'Europa centrale e orientale, privi di colonie e con limitate possibilità di espansione esterna, sviluppino la convinzione di avere lo stesso diritto di espandersi come altre potenze, e che, se tale possibilità non fosse garantita all'estero, ne sarebbero costretti a cercare nel continente ("they had the same right to expand as other great peoples and that if [they were] not granted this possibility overseas, [they would] be forced to do it in Europe").

L'espansione continentale, a differenza della coloniale, non richiede distanza geografica tra metropoli e territori conquistati, e implica effetti immediati in Europa ("its concept of cohesive expansion does not allow for any geographic distance between the methods and institutions of colony and of nation, so that it did not require boomerang effects in order to make itself and all its consequences felt in Europe"). Questa forma di imperialismo si pone in contrapposizione all'imperialismo marittimo britannico ("against ‘the idea of England … expressed by the words: I want to rule the sea, [stands] the idea of Russia [expressed] by the words: I want to rule the land"), e sottolinea la superiorità della potenza terrestre rispetto a quella marittima ("the tremendous superiority of the land to the sea … the superior significance of land power to sea power").

L'imperialismo in Africa, con la scoperta della "bella virtù" della pelle bianca, e la trasformazione dei conquistatori in amministratori che credono nella loro capacità di dominare, segna una svolta in cui la moralità viene sacrificata per l'espansione ("when the English conqueror in India became an administrator who no longer believed in the universal validity of law, but was convinced of his own innate capacity to rule and dominate"). L'importazione di manodopera indiana e cinese in Sudafrica ha portato a un cambiamento di atteggiamento verso le popolazioni di colore in Asia ("a change of attitude toward colored people was felt immediately in Asia where, for the first time, people were treated in almost the same way as those African savages who had frightened Europeans literally out of their wits").

Le azioni di Cecil Rhodes, con la sua volontà di espandere il suo impero, hanno portato a un'alleanza tra capitale e mob ("it was thanks to them that Cecil Rhodes, as much a newcomer and adventurer as they, was finally accepted by England’s respectable banking business"). L'inflazione di potere, invece dell'investimento di capitale, ha portato a un'espansione incontrollata e alla trasformazione dell'economia in un sistema di speculazione finanziaria ("the export of power followed meekly in the train of exported money").

L'imperialismo ha portato alla scoperta di due dispositivi politici chiave: la razza in Sudafrica e la burocrazia in Algeria, Egitto e India ("race was discovered in South Africa and bureaucracy in Algeria, Egypt, and India"). La politica di Disraeli ha introdotto un sistema di caste in un paese straniero ("the policy introduced by Disraeli signified the establishment of an exclusive caste in a foreign country").

Note:


Pan-Movimenti e Antisemitismo

Pan-Movimenti: Un'analisi delle origini, dell'evoluzione e del ruolo dell'antisemitismo all'interno di movimenti pan-nazionali come il Pan-Slavismo e il Pan-Germanismo.

L'argomento esplora l'origine e l'evoluzione dei pan-movimenti in Europa, con particolare attenzione al ruolo dell'antisemitismo. Questi movimenti, emersi intorno al 1870, miravano a promuovere un'identità culturale e politica condivisa tra i popoli di una stessa etnia o lingua, spesso sfociando in rivendicazioni territoriali e politiche aggressive.

Il Pan-Slavismo, con una storia filosofica più ampia, si è trasformato in antisemitismo solo in tempi recenti, mentre il Pan-Germanismo ha aperto le porte all'ostilità nei confronti delle istituzioni statali fin da subito.

I pan-movimenti, sebbene inizialmente limitati a piccoli gruppi intellettuali, hanno presto sfruttato la diffusa rabbia popolare verso le istituzioni, innescando un cambiamento sociale.

L'antisemitismo è diventato un elemento centrale in questi movimenti, alimentato dalla confluenza di fattori politici, economici e sociali, con il Pan-Germanismo che lo abbracciò come "il pilastro della nostra ideologia nazionale" ("the mainstay of our national ideology") e il Pan-Slavismo che lo incorporò nel sentimento di una "Russia santa" ("Holy Russia").

I pan-movimenti si sono poi evoluti in formazioni più estese e radicali, anticipando i movimenti totalitari.

Note:


Le Minoranze e lo Stato

Tra il 1919 e il 1939, le minoranze etniche in Europa hanno sollevato complesse questioni legali e politiche.

L'argomento esplora le difficoltà e le conseguenze dell'integrazione delle minoranze etniche negli stati nazionali nel periodo tra le due guerre mondiali. La questione delle minoranze, “una delle più sconcertanti” (One of the most baffling aspects) ha portato a un sistema di trattati internazionali che non hanno risolto il problema, ma anzi l'hanno aggravato. Le minoranze, “una minoranza par excellence” (the only minority whose interests could be defended) sono state spesso vittime di discriminazioni e persecuzioni, e la loro condizione è stata esacerbata dalla mancanza di protezione legale e dalla difficoltà di essere assimilate nella società ospitante.

Le cause di questa situazione includono la creazione di nuovi stati nazionali dopo la Prima Guerra Mondiale, “il risultato fu che quei popoli a cui non furono concessi stati considerarono i Trattati un gioco arbitrario” (The result was that those peoples to whom states were not conceded), e la mancanza di una soluzione definitiva per il problema dello status giuridico dei rifugiati, “una soluzione di rimpatrio ha avuto successo solo in pochi casi illustri” (a solution of repatriation succeeded only in a few prominent instances).

Inoltre, si sottolinea il ruolo delle ideologie totalitarie, come il nazismo, che hanno esacerbato la situazione delle minoranze, “una legge con retrodatazione che esportava parte del codice penale del Terzo Reich nei paesi occupati” (a law with retroactive effect that exported part of the Third Reich’s penal code into the occupied countries). L'assenza di un quadro legale internazionale per proteggere i rifugiati, “una soluzione di rimpatrio ha avuto successo solo in pochi casi illustri” (a solution of repatriation succeeded only in a few prominent instances), ha portato a una situazione di illegalità e a un aumento del numero di persone apolidi, “il fenomeno più recente nella storia contemporanea” (the newest mass phenomenon in contemporary history).

Note:


La Perdita dei Diritti Umani: Una Descrizione

Analisi della perdita dei diritti umani e della sua implicazione per l'identità umana.

Il testo esplora la complessa evoluzione del concetto di diritti umani, esaminando come la perdita di tali diritti sia connessa alla marginalizzazione e all'esclusione sociale. Questo processo si distacca dalla visione tradizionale che enfatizza l'individuo come parte di una comunità, sollevando interrogativi fondamentali sulla natura stessa dell'esistenza umana. La perdita dei diritti umani implica la perdita della capacità di esprimersi e di interagire con gli altri, portando alla perdita di legami sociali e alla marginalizzazione.

La frammentazione dei diritti umani, inizialmente concepiti come inalienabili, si riflette nella loro protezione esclusivamente a livello nazionale, con il rischio di interpretazioni soggettive e manipolazioni politiche. La distinzione tra legalità e giustizia si rivela irrisolvibile, poiché la legge positiva non può abbracciare la complessità e l'unicità di ogni singolo caso. Di conseguenza, l'esclusione dalla comunità non si traduce semplicemente nella privazione di diritti formali, ma nella perdita di identità e di significato.

La concezione di diritti umani come patrimonio ereditario, anziché come diritti intrinseci, è stata criticata per la sua tendenza a limitare la protezione solo a coloro che appartengono a specifiche comunità. Questa visione si contrappone alla nozione di diritti universali, che si basano sull'idea di una natura umana comune a tutti gli individui, indipendentemente dalla loro origine o appartenenza.

Il testo sottolinea la necessità di una nuova concezione dei diritti umani, che superi le limitazioni delle tradizionali concezioni individualistiche e comunitarie. Questa nuova concezione deve essere in grado di garantire la protezione dei diritti di tutti gli individui, indipendentemente dalla loro appartenenza a specifiche comunità o nazioni.

La perdita dei diritti umani coincide con la perdita dell'appartenenza a una comunità, con conseguente perdita di legami sociali e di identità. Questa perdita si manifesta nella perdita della capacità di parlare e di interagire con gli altri, e nella perdita del riconoscimento come membri a pieno titolo della società.

La nuova concezione dei diritti umani deve tenere conto della necessità di una nuova struttura politica, che garantisca la protezione dei diritti di tutti gli individui, indipendentemente dalla loro appartenenza a specifiche comunità o nazioni. Questa struttura politica deve essere basata su principi universali e deve essere in grado di superare le limitazioni delle tradizionali concezioni individualistiche e comunitarie.

Note


Struttura Organizzativa e Propaganda nei Movimenti Totalitari

Esamina la struttura interna dei movimenti totalitari, concentrandosi sulle loro tecniche di propaganda, organizzazione a strati, e l'uso di front organizations per inglobare e controllare le masse.

L'analisi di un testo che descrive i movimenti totalitari rivela come questi sfruttino la struttura organizzativa delle società segrete per manipolare le masse e mantenere il potere. Questi movimenti si distinguono per l'uso di front organizations, che creano una distinzione tra simpatizzanti e membri, con i simpatizzanti che credono alle bugie dei leader, mentre i membri e le élite sono sempre più cinici. “L’intera gerarchia di movimento totalitario, dai compagni di viaggio ingenui ai membri del partito, alle formazioni d’élite, al circolo intimo del leader, e al leader stesso, potrebbe essere descritta in termini di una curiosa miscela variabile di creduloneria e cinismo con cui ogni membro, a seconda del suo grado e posizione all’interno del movimento, è chiamato a reagire alle dichiarazioni mutevoli dei leader e alla fiction ideologica centrale del movimento.”

Le organizzazioni di front creano una barriera tra i membri e il mondo esterno, ma fungono anche da ponte verso la normalità, evitando la radicalizzazione eccessiva. “Le organizzazioni di facciata circondano il movimento con un muro protettivo che li separa dal mondo esterno e normale; allo stesso tempo, formano un ponte di ritorno alla normalità, senza il quale i membri nella fase preparatoria si sentirebbero troppo acutamente le differenze tra le loro convinzioni e quelle delle persone normali, tra la finzione ingannevole della loro e la realtà del mondo normale.”

La propaganda totalitaria si basa sull'assunto psicologico che le persone possono essere indotte a credere a dichiarazioni fantastiche e poi accettare le prove della loro falsità con cinismo, rafforzando la lealtà verso i leader. “La propaganda totalitaria si basa sull’assunto psicologico che, in tali condizioni, si può indurre le persone a credere alle dichiarazioni più fantastiche un giorno e poi indurle ad accettare le prove della loro falsità il giorno successivo; invece di abbandonare i leader che le hanno mentito, si rifugiano nel cinismo.”

I movimenti totalitari imitano spesso le strutture e le pratiche delle società segrete, adattandole per il controllo delle masse, con una costante sostituzione dei membri per mantenere la radicalizzazione. “I movimenti totalitari hanno dimostrato più volte di poter comandare la stessa totale lealtà nella vita e nella morte che era stata prerogativa delle società segrete e cospirative.”

Le organizzazioni di facciata, come i sindacati, creano un sistema a strati con membri e simpatizzanti, in cui i membri sono tenuti a credere alle bugie dei leader. “L'analisi di un testo che descrive i movimenti totalitari rivela come questi sfruttino la struttura organizzativa delle società segrete per manipolare le masse e mantenere il potere.”

L'efficacia della propaganda totalitaria deriva dalla capacità di sfruttare la psicologia delle masse, creando un mondo di illusioni e cinismo, e dall'uso di una struttura organizzativa complessa per mantenere il controllo e la radicalizzazione. “La propaganda totalitaria si basa sull'assunto psicologico che le persone possono essere indotte a credere a dichiarazioni fantastiche e poi accettare le prove della loro falsità con cinismo, rafforzando la lealtà verso i leader.”

Note:


Le Finanze e il Potere dei Servizi Segreti Nazisti e Sovietici

Questo argomento esplora le fonti finanziarie e le dinamiche di potere all'interno dei servizi segreti nazisti (SD, Gestapo, SS) e sovietici (NKVD), evidenziando come queste istituzioni finanziassero le loro operazioni e come la loro influenza fosse spesso ottenuta attraverso mezzi illeciti e manipolazioni finanziarie.

Il sommario rivela come sia i nazisti che i sovietici abbiano utilizzato metodi non convenzionali per finanziare le loro operazioni segrete, sfruttando il lavoro schiavile, la confisca di proprietà e il ricatto, al fine di accrescere il loro potere e nascondere la vera natura delle loro azioni. Inoltre, il sommario mostra come l'assenza di trasparenza finanziaria abbia contribuito a creare un clima di mistero e incertezza, in cui la vera sede del potere era difficile da identificare. La descrizione mette in luce come l'uso di metodi non convenzionali per finanziare le loro operazioni segrete, sfruttando il lavoro schiavile, la confisca di proprietà e il ricatto, sia stato uno strumento fondamentale per accrescere il loro potere e nascondere la vera natura delle loro azioni.

Note

Note (bis)

Citazioni


I Campi di Concentramento e la Totalità

Un'indagine sulla funzione e la natura dei campi di concentramento come istituzioni centrali nei regimi totalitari.

L'argomento esplora la funzione dei campi di concentramento nei regimi totalitari, analizzando come questi istituti non siano solamente luoghi di detenzione e lavoro forzato, ma elementi centrali per il mantenimento e il rafforzamento del potere totalitario. La selezione delle vittime, l'anonimizzazione della morte e il ruolo dei prigionieri collaborazionisti sono tutti elementi cruciali per la comprensione di questa struttura. L'analisi si concentra sulla perdita dell'identità individuale, il collasso dei rapporti tra persecutori e perseguitati e l'impatto psicologico sulla popolazione. L'istituzione dei campi, inizialmente legata alla repressione politica, si evolve poi in un sistema di sfruttamento del lavoro, finanziando il proprio apparato amministrativo e perpetuando la condizione di disumanizzazione e disperazione.

Il concetto di campi di concentramento nasce da una necessità di repressione politica, come evidenziato dal fatto che “i campi sarebbero morti se i gestapisti avessero considerato solo il principio dell'opposizione.” (4813) Inizialmente, la popolazione dei campi era composta da criminali, dissidenti politici e, in particolare, individui provenienti da gruppi marginalizzati, come gli ebrei dopo il 1938, “che hanno fornito in enormi quantità l'elemento innocente.” (4813) Questo approccio si riflette nella necessità di giustificare la loro esistenza, “per rendere plausibile l'affermazione propagandistica del movimento che l'istituzione esiste per gli elementi asociali.” (4784).

La trasformazione dei campi in istituzioni forzate del lavoro e la loro funzione economica, evidenziata da “qualsiasi lavoro svolto avrebbe potuto essere fatto molto meglio e più economicamente in condizioni diverse,” (4646) riflette l'evoluzione di una strategia per mantenere il potere e sfruttare le risorse umane. La perdita dell'identità individuale e l'anonimizzazione della morte sono elementi chiave, come si evince dall'affermazione che “il campo di concentramento come istituzione non era stato istituito per nessun possibile rendimento del lavoro; la sola funzione economica permanente dei campi è stata il finanziamento del proprio apparato di supervisione; quindi, dal punto di vista economico, i campi di concentramento esistono principalmente per sé stessi.” (4747) Questo processo di disumanizzazione è accentuato dal fatto che “la morte stessa è diventata anonima,” (4836) privando la morte del suo significato come conclusione di una vita appagante.

Le Note evidenziano il ruolo cruciale del sistema di sorveglianza e della sua struttura, che ha portato alla creazione di una rete complessa di relazioni tra sospetti e persone correlate, “dove ogni sospetto era indicato su una grande tessera nel centro della quale il suo nome era circondato da un cerchio rosso.” (4623) Questo sistema si estende a tutti i gruppi sociali, anche se le condizioni di detenzione variano da paese a paese, “perché tutti i paesi avevano lo stesso gruppo di persone in campi di concentramento, anche se c'erano differenze significative nel trattamento dei loro detenuti.” (5031).


L'Evoluzione del Pensiero Razziale

Questo argomento esplora l'evoluzione del pensiero razziale, dalle sue radici nel XVIII secolo fino al suo impatto nel XX secolo e oltre. Si concentra su come le idee sulla razza siano state influenzate da eventi storici, filosofie, e interpretazioni di dati scientifici, e su come queste idee siano state utilizzate per giustificare disuguaglianze sociali e politiche. L'analisi si concentra sull'analisi di figure storiche come Gobineau, Disraeli, Darwin e altri, che hanno contribuito alla diffusione e all'evoluzione del pensiero razziale.

Il pensiero razziale, in origine, è legato alla ricerca di una spiegazione delle differenze tra le culture e le popolazioni del mondo. “In the middle of the last century, race opinions were still judged by the yardstick of political reason”. Nel XVIII secolo, l'interesse per le razze era legato alla volontà di includere tutte le popolazioni nella concezione dell'umanità, e si cercava di conciliare l'idea di una comune origine umana con le evidenti differenze fisiche tra le persone. “The eighteenth-century enthusiasm for the diversity in which the all-present identical nature of man and reason could find expression provided a rather thin cover of argument to the crucial question, whether the Christian tenet of the unity and equality of all men, based upon common descent from one original set of parents, would be kept in the hearts of men who were faced with tribes which, as far as we know, never had found by themselves any adequate expression of human reason or human passion in either cultural deeds or popular customs, and which had developed human institutions only to a very low level.”

In seguito, il concetto di razza è stato legato a interpretazioni di teorie scientifiche, come Darwinismo. “Darwin’s introduction of the concept of development into nature, his insistence that, at least in the field of biology, natural movement is not circular but unilinear, moving in an infinitely progressing direction, means in fact that nature is, as it were, being swept into history, that natural life is considered to be historical.” Queste interpretazioni hanno portato a giustificare disuguaglianze sociali e politiche, e a credere che alcune razze fossero superiori ad altre.

Il pensiero razziale ha avuto un impatto significativo sulla storia, portando a eventi come la schiavitù, il colonialismo e il genocidio. “Racism, which denied the common origin of man and repudiated the common purpose of establishing humanity, introduced the concept of the divine origin of one people as contrasted with all others, thereby covering the temporary and changeable product of human endeavor with a pseudomystical cloud of divine eternity and finality.”

Note: